Prima lo schianto, poi le fiammeBurcei, muore un centauro 35enne
È stato rimosso e trasporto all'obitorio del nuovo cimitero di Sinnai il cadavere carbonizzato del centauro 35enne della Repubblica Ceca, Vladimir Srbeny, morto nel pomeriggio sulla vecchia Orientale sarda. La salma è a disposizione della famiglia che in queste ore è stata informata attraverso le ambasciate di quanto accaduto.
Una tragedia terribile che ha commosso il mondo dei centauri del sabato che puntualmente si ritrovano ogni fine settimana su questa strada ricca di curve e saliscendi e con un panorama mozzafiato.
Motocilisti che arrivano da tutte le parti d'Europa. La vittima di oggi, ad esempio, si trovava in compagnia di amici inglesi e polacchi.
Il trasferimento della salma a a Sinnai è stato deciso dal magistrato inquirente al quale i carabinieri di Sinnai e Quartu hanno girato un dettagliato rapporto sull'accaduto.
La tragedia si è consumata verso le 17.15 in località Campuomu, a poche centinaia di metri dal bivio di Burcei dove la notizia si è rapidamente diffusa, suscitando grandissima commozione e cordoglio.
Il centauro ceco viaggiava con la sua Ktm quando all'uscita di una curva ha perso il controllo del mezzo invadendo la corsia opposta proprio nel momento in cui transitava un camper-furgone con a bordo un 46enne di Villaputzu e una ragazza.
Immediata l'esplosione provocata dalla fuoriuscita del carburante dal serbatoio della moto, andato in frantumi. Immediate anche le fiamme che hanno avvolto la moto e il suo conducente, ma anche il grosso mezzo che viaggiava in direzione Muravera ed i cui occupanti sono riusciti a mettersi in salvo, senza riportare alcuna ferita. "Scendendo da Burcei - hanno raccontato due testimoni - abbiamo visto il fumo nero che si alzava verso il cielo. Imboccata la 125, dopo un centinaio di metri, abbiamo incontrato una ragazza che ci veniva incontro urlando 'chiamate i soccorsi è successo un incidente e c'è un morto, fate presto!'. Era la ragazza che viaggiava nel furgone. L'incidente era appena accaduto. Subito siamo tornati indietro e abbiamo chiamato il 113. Siamo anche andati al cantiere forestale a dare l'allarme: c'era il rischio che andasse a fuoco pure la foresta".
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