Con gli hotel ancora pieni e in attesa del bilancio finale di una stagione turistica da tutto esaurito, prima di cantar vittoria magari una riflessione sulla qualità dell'accoglienza occorre avviarla. L'ha fatto Federalberghi che in più d'una occasione ha pungolato la categoria sull'urgenza della formazione del personale. Fatte salve le eccellenze, ciascuno di noi ha incontrato camerieri maleducati, commesse sbrigative e ristoratori sgarbati.

SCARSA COMPETENZA - "Il livello medio non è alto. Per questo - avverte il presidente Paolo Manca - è necessario migliorare la preparazione del personale. Oggi ciò che può giustificare i prezzi elevati di un servizio è la professionalità data da cultura, garbo, conoscenza delle lingue straniere e, ovviamente, competenza tecnica". Il capitale umano sul quale occorre investire, puntualizza il numero uno di Federalberghi. "È chi parla direttamente col cliente, coloro che trasmettono l'idea di Sardegna. Come può un ignorante svolgere una funzione così importante?".

LO SVANTAGGIO - È quel che dice anche Agostino Cicalò, presidente regionale di Unioncamere. "Abbiamo l'obbligo di puntare su un'accoglienza di qualità perché non possiamo certo competere sui numeri. Certo, la nostra regione parte da un doppio svantaggio: a una formazione professionale che va qualificata e migliorata si aggiunge il tasso di abbandono scolastico più alto d'Italia. Ciò significa che siamo indietro non solo come preparazione tecnica ma anche come cultura generale". L'ente organizza i corsi per dipendenti e responsabili d'impresa.

I CORSI - "Come associazione di categoria curiamo la formazione continua, ma non può bastare. Per questo - spiega Cicalò - abbiamo chiesto alla Regione di lavorare insieme su questo fronte. Bisogna ampliare l'offerta, coordinare la programmazione dei corsi". Il fatto è che in Sardegna "mancano le figure altamente qualificate. Siamo pieni di manovalanza scarsamente preparata, però mancano direttori d'albergo, responsabili della ristorazione e della reception. Tutte le professionalità più alte le portiamo da fuori perché qui non ci sono".

LE LEZIONI IN CASA - Carlo Amaduzzi, presidente di Assohotel Nuoro e componente del direttivo nazionale, organizza i corsi di inglese e tedesco per i suoi dipendenti a Barisardo. "Sessanta ore di lezione. La conoscenza delle lingue è fondamentale, soprattutto del tedesco: in Ogliastra, su cento stranieri novanta vengono dalla Germania e dall'Austria". Esiste un legame, avverte, tra il numero di alberghi in Sardegna, "solo 900, un dato irrisorio" e "l'assenza di una cultura dell'accoglienza". Nell'Isola il grosso dei posti letto viene garantito dalle seconde case, "e la maggior parte degli hotel sono medio-piccoli. Offrire servizi migliori significa rispondere in maniera adeguata alle esigenze del cliente".

STAGIONE CORTA - È quel che manca, in generale, avverte il dirigente di Assohotel. "Ragioniamo su quel che succede adesso in Sardegna: a settembre abbiamo ancora gli alberghi pieni, eppure, nonostante si parli tanto della necessità di allargare la stagione, per visitare un sito archeologico o per fare un'escursione in barca bisogna prenotare. Magari è necessario fare uno sforzo tutti insieme, no?".

IL DIPLOMA - Nell'Isola che sogna di vivere di turismo come stanno le scuole alberghiere? "Trent'anni fa - dice il presidente di Federalberghi - erano più centrate sull'obiettivo di sfornare professionalità. A un certo punto si sono arrese a quel retaggio culturale che considerava il lavoro di cameriere inferiore a quello dell'operaio e hanno messo da parte gli insegnamenti. Per fortuna questa idea sta cambiando e le scuole stesse hanno acquistato maggiore consapevolezza del proprio ruolo. Il vero salto, però, ci sarà quando avremo i corsi universitari che non solo formano i manager ma anche chi lavora alla reception. Chi è a contatto col pubblico dovrebbe essere laureato". Gli istituti alberghieri potrebbero puntare di più sulla formula scuola-lavoro. "Altrove c'è un forte collegamento tra la formazione e le aziende: mandare i ragazzi a fare gli stage è fondamentale". Non a caso, nelle regioni del nord Italia è parte del successo dell'industria turistica.

Piera Serusi

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