Nessuna sorpresa.

Graziella Pintus è una paladina della nuova sanità sarda e dell'atto aziendale che ha appena scritto per tradurre in posti letto, incarichi, dipartimenti e altro le linee guida dettate dall'assessorato alla Sanità del collega Luigi Arru.

Sessantuno anni, medico, ha lavorato nella vecchia Asl 8, in quella di Lanusei e Carbonia ed è stata nella direzione dell'ospedale Marino. In via Jenner è arrivata da commissaria nel gennaio del 2015 e ora è direttrice generale dell'azienda Brotzu che riunisce gli ospedali San Michele, Oncologico e Microcitemico.

La riforma non piace a nessuno.

"Non è che non piace, forse c'è stato un difetto di comunicazione. Non siamo riusciti a far capire che ha l'obiettivo di creare una rete che prenda in cura il paziente e dia a tutti risposte omogenee e appropriate ai bisogni effettivi. È la paura del nuovo".

Forse è la paura dei tagli.

"Chiariamolo subito: qui non ci saranno tagli. Avremo un'espansione. Il dipartimento di Urologia, per esempio, crescerà grazie ad altre tre strutture".

E la chirurgia robotica usata in Urologia?

"È un equivoco. La tecnologia robotica è una metodologia usata anche in altri reparti. Resterà e, anzi, stiamo attivando un percorso per diffondere le nostre competenze alle altre strutture. L'equivoco è sorto dal nome, noi lo abbiamo preso dall'elenco nazionale delle discipline. Non cambierà nulla, è solo una questione di definizioni".

La Chirurgia plastica però non sarà più al San Michele.

"Abbiamo dato attuazione alla delibera della Regione che per l'Unità operativa complessa di Chirurgia plastica prevede il trasferimento al Policlinico".

Senza non è possibile attivare la Breast unit e il Trauma center.

"Il decreto non parla di una Struttura complessa, ma di specialità di Chirurgia plastica. La renderemo nel dipartimento chirurgico. Stiamo definendo questi aspetti con la Regione e con le altre aziende di rete".

Come?

"Magari con team interaziendali. Manterremo la funzione, non ci sarà alcun problema assistenziale".

Quindi la Breast unit è salva?

"Nell'atto aziendale sono indicati sette Pdta (percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali), tra cui quello della Breast unit".

A cosa servono?

"Dicono cosa si deve fare quando arriva un paziente, perché non possiamo ogni volta lasciare libera la fantasia".

Diminuisce la discrezionalità dei medici?

"Diciamo che si toglie la variabilità perché si dovrà usare il percorso predefinito. Ora verrà approvato formalmente e diventerà un atto a cui tutti dovranno attenersi per garantire l'assistenza migliore: prevenzione, diagnosi precoce, terapia, riabilitazione e assistenza psicologica".

Ma Senologia sparirà dal Businco.

"Questo non è vero".

Anche il sindaco Massimo Zedda si è detto preoccupato.

"Non faccio polemica con il sindaco. Quel che posso assicurare è che non sarà così. Nell'ambito del Dipartimento chirurgico è istituita una Struttura complessa che si chiama di 'Oncologia e Senologia' e avrà tutta l'attenzione necessaria per il tumore della mammelle".

Accoglierete la Neurochirurgia del Marino ma verranno persi dei posti letto.

"Essendo stata direttrice sanitaria del Marino conosco bene la situazione. Ci sono 10 posti letto e uno in day hospital. È stato studiato l'indice di occupazione e rivalutato il fabbisogno complessivo. Stiamo realizzando altri 6 posti letto per assorbire i flussi integrati".

Dell'équipe che lascerà il Marino fanno parte anche i neurologi che autorizzano l'espianto degli organi.

"Quelli non verranno da noi. E comunque, non so quante volte sia capitato al Marino, ma quando si fa l'accertamento di morte cerebrale interviene un'équipe interospedaliera che ha disponibilità h24".

Cosa sono i "letti gestiti a livello dipartimentale" di cui parla l'atto aziendale?

"È un modello dipartimentale in cui si condividono risorse, materiale, tecnologie e personale. Per non correre il rischio di avere alcuni reparti sovraffollati e altri vuoti".

Come faranno i medici a mettersi d'accordo per utilizzare i letti?

"Sarà una gestione flessibile: non esiste il posto letto del primario, ma quello del paziente. Servirà una programmazione, come per le altre cose".

Riuscirete a gestire i pazienti in più che arriveranno al Pronto soccorso del Brotzu dopo la chiusura del Marino?

"Chi l'ha detto che il Marino verrà chiuso? A parte questo, assolutamente sì. Non abbiamo avuto alcun impatto negativo neppure con la chiusura del Pronto soccorso del San Giovanni di Dio".

Cosa sarà del centro diabetici?

"Oggi come oggi non si ipotizza un immediato trasferimento, attendiamo i futuri atti per un'organizzazione territoriale. Ci sono dei tavoli regionali per la riorganizzazione della rete della diabetologia. Stiamo lavorando".

Come sarà la nuova azienda?

"Basata sul bisogno del cittadino che però, a volte, si scontra con i bisogni di altri. L'interconnessione tra i tre ospedali si avrà con dipartimenti trasversali che attueranno i Pdta".

Quali sono?

"Oltre a quello della Breast unit, sono già attivi quelli per il trapianto del rene, l'ictus, l'infarto acuto del miocardio, il trauma, il percorso nascita. A breve attiveremo quello per la talassemia. C'è un investimento importante per creare una struttura complessa per la cura di questa malattia. È la prima volta".

Qualcuno si lamenta.

"Nulla è perfetto, tutto è perfettibile, ma siamo qui, al lavoro, per migliorare le cose".

Mariella Careddu

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