Una condanna a due anni di carcere con pena sospesa.

Questa la sentenza inflitta dal tribunale di Roma a Vittorio Emanuele di Savoia, imputato nel processo per calunnia nei confronti di Birgit Hamer.

Si tratta della sorella di Dirk Hamer, il giovane morto nel 1978 a seguito di un colpo d'arma da fuoco nell'Isola di Cavallo, nelle acque francesi fra la Corsica e la Sardegna: per quella morte Savoia fu indagato (in effetti sparò dei colpi di carabina a seguito del furto di un gommone) e poi prosciolto da un tribunale di Parigi (anche altri spararono e poi fuggirono).

Il figlio dell'ultimo re d'Italia aveva accusato la donna di diffamazione per quanto da lei scritto nel libro "Delitto senza castigo" nel quale attribuiva a Savoia il ferimento del giovane.

"Questo è un riconoscimento alla verità e alla giustizia - ha commentato la Hamer - non ho mai cercato vendetta ma solo giustizia. Ho cercato un riconoscimento ufficiale della verità per quasi quarant'anni".

"È stata una traversata nel deserto - aggiunge - dedico questo risultato a mio fratello".

LE INTERCETTAZIONI - In "Delitto senza castigo" Birgit Hamer citava tra l'altro il contenuto di un'intercettazione ambientale risalente al 2006 in cui Vittorio Emanuele si vantava di averli "fregati anche se avevo torto".

(Redazione Online/D)

LA VICENDA E LA CASSAZIONE:

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