"L'impiegato delle poste sorpreso a rubare dovrà essere reintegrato sul suo posto di lavoro".

Lo ha deciso il giudice del Lavoro del tribunale di Chieti, che ha annullato il licenziamento disposto dall'azienda, ordinando il pagamento di un anno di stipendi arretrati, oltre che delle spese legali.

La vicenda riguarda P. R., dipendente 58enne dell'ufficio di Vasto, scoperto a rubare 15mila euro dalla cassaforte della filiale grazie a un'intercettazione telefonica.

Il tribunale ha motivato la nuova disposizione sostenendo che - invece di trasferire e sospendere l'impiegato in attesa del processo di primo grado - la società avrebbe dovuto licenziarlo in tronco.

LA BATTAGLIA LEGALE - Dopo 5 anni, il 22 agosto del 2016 l'uomo era stato condannato in primo grado a un anno e nove mesi dal tribunale penale di Vasto per il reato di appropriazione indebita. Solo a quel punto le poste gli avevano inviato la lettera di licenziamento, che però era stata subito impugnata dai legali del 58enne.

Ora il giudice del lavoro ha invece deciso il suo reintegro.

"La società", si legge nella sentenza, "disponeva sin dal 2012 di tutti i dati sufficienti per procedere a una contestazione disciplinare".

L'attesa "della sentenza di condanna", quindi, "non si giustifica": la "contestazione formale" è "irrimediabilmente tardiva".

(Redazione Online/F)
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