Era finito nei pasticci tre anni fa, l'ufficiale giudiziario del Tribunale di Tempio, Alessandro Guerci.

Gli veniva contestato di non avere notificato circa 1300 atti del Tribunale gallurese e ulteriri 400 tra Giudice di pace e altre procedure.

Tutto accertato da un'ispezione ministeriale e da un'inchiesta del Commissariato di Polizia di Tempio.

Oggi, i giudici hanno assolto Guerci con la formula più ampia, dal reato di rifiuto d'atti d'ufficio.

È passata la tesi, di una notevole rilevanza giuridica, del difensore Mauro Muzzu.

In sostanza, è stata esclusa la responsabilità penale dell'ufficiale giudiziario, perché, le circa 2.000 mancate notifiche sono dimostrate, ma la negligenza del dipendente pubblico in caso di rifiuto di atti d'ufficio non è punibile.

Lo è invece, il dolo, ossia il rifiuto volontario e consapevole degli atti.

E non è il caso di Guerci, che, quindi, è stato assolto. Il tutto sulla base dell'interpretazione dell'articolo 328 del Codice penale, contenuta in alcune recenti sentenze della Cassazione.

Dunque, la conclusione è la seguente: il dipendente pubblico negligente andrà incontro a un procedimento disciplinare se trascura il suo lavoro (in questo caso centinaia di atti, alcuni decisivi per la sorte dei processi) ma non può essere condannato penalmente.
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