È salito a oltre 220 il numero delle vittime del terremoto che ieri ha colpito il Messico centrale.

Il sisma, di magnitudo 7.1, è stato registrato nello Stato di Morelos, a circa 160 chilometri dalla capitale messicana.

Decine i palazzi crollati, compresa una scuola, le cui macerie hanno intrappolato mortalmente una trentina di bimbi, alcuni treni sono deragliati, e tantissimi incendi sono scoppiati in varie zone.

A causa dell'interruzione dell'energia elettrica, oltre 4 milioni di cittadini sono rimasti al buio, ed è stata sospesa anche l'erogazione del gas per timore di nuovi roghi ed esplosioni.

Chiuso l'aeroporto della capitale, chiuse le scuole, e molti ospedali sono stati evacuati.

La scossa principale si è verificata alle 13.14 ora locale, e migliaia di persone, in preda al panico, si sono riversate per strada; poche ore prima si erano concluse le celebrazioni per ricordare le vittime del 1985, quando un terremoto, proprio il 19 settembre, aveva provocato oltre 10mila vittime.

Il bilancio dei morti, secondo le autorità, è destinato a salire, i soccorsi sono ancora in corso alla ricerca dei dispersi.

L'istituto scientifico americano lancia l'allarme: "Temiamo almeno mille vittime".

Il presidente Enrique Peña Nieto invita tutti a non occupare le strade e a restare negli edifici sicuri.

TRAGEDIA DURANTE UN BATTESIMO - Il forte terremoto che ha colpito il Messico ha provocato anche il crollo di una chiesa - del 17esimo secolo - durante un battesimo. L'incidente ha causato 11 vittime tra cui il neonato che doveva ricevere il sacramento. Il parroco e il sagrestano, invece, sono riusciti a salvarsi.

Un'altra chiesa è crollata nello Stato di Puebla: sono morte 15 persone.

(Redazione Online/s.s.)

LA TESTIMONIANZA DI UN SARDO:

IL CROLLO DI UN PALAZZO:

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