Condannato a 8 anni e due mesi di reclusione. Si è concluso ieri il processo celebrato con il rito abbreviato a carico di Giovanni Antonio Corrias, 28 anni, di Bono, accusato del tentato omicidio di un compaesano.

L'uomo, disabile, venne picchiato a sangue e solo grazie all'intervento dei primi soccorritori riuscì a salvare la vita da quella selvaggia e immotivata aggressione. Corrias, che il 17 giugno dello scorso anno aveva procurato alla vittima delle gravi lesioni cerebrali, resta dunque in carcere.

La condanna sollecitata ieri mattina dal pm Tommaso Giovannetti sarebbe potuta essere ancora più pesante se la difesa dell'imputato non avesse deciso di optare per il rito abbreviato che di fatto ha comportato lo sconto di un terzo della pena.

IL PESTAGGIO - La vittima dopo quell'aggressione entrò subito in coma per venti giorni e fu dimesso dall'ospedale San Francesco di Nuoro solo dopo tre mesi, in sedia a rotelle. Le gravissime lesioni al midollo spinale lo hanno reso paraplegico.

La svolta nelle indagini portate avanti dai carabinieri della Compagnia di Bono era arrivata lo scorso 7 luglio dello scorso anno, quando i loro sospetti iniziarono a concentrarsi su Corrias che venne poi indagato.

LE INDAGINI - La vittima era stata trovata in gravissime condizioni, con il volto tumefatto, praticamente irriconoscibile, nel vicolo Ichnusa, addosso i chiari segni di un violento pestaggio. Le indagini avevano preso subito una direzione precisa, verso Corrias.

I militari erano stati colpiti dal fatto che il giovane avesse lavato poco prima tutti i capi di abbigliamento che indossava quella sera. I Ris di Cagliari avevano fatto il resto trovando le tracce biologiche che lo incastravano.

MOVENTE SCONOSCIUTO - Mai chiarito con esattezza il movente che portò Corrias ad accanirsi con calci e pugni su quell'uomo innocuo e benvoluto dall'intera comunità.

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