Lo scorso 21 giugno al termine di una furibonda lite aveva accoltellato il cognato Giuseppe Mureddu poi ricoverato in ospedale per le gravi ferite riportate.

Oggi Vito Serra, allevatore di 66 anni di Lula, ha patteggiato una pena a tre mesi di reclusione ed è stato rimesso in libertà.

All'uomo, inizialmente indagato per tentato omicidio, era stato derubricato il capo di imputazione in eccesso colposo di legittima difesa.

In poche parole, avrebbe agito in maniera violenta ferendo con diversi fendenti il cognato perché era in realtà lui la vittima, che per non soccombere sarebbe passato alle maniere forti utilizzando un coltello da cucina.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, a scagliarsi contro Serra che si trovava nel suo appartamento sarebbe stato infatti Mureddu.

Poi la situazione si sarebbe capovolta e Serra, impugnato un coltello, avrebbe ferito più volte il rivale trovato da alcuni passanti agonizzante sul marciapiede.

Serra - difeso dall'avvocato Gianluigi Mastio - venne arrestato e condotto a Badu 'e Carros ma poche ore dopo davanti al gip nell'interrogatorio di garanzia non fece scena muta, raccontando al magistrato la sua versione dei fatti.

Ovvero che quel pomeriggio era stato lui a subire l'aggressione e per difendersi aveva utilizzato l'arma bianca che aveva nel cucinotto.

Pare che la tensione tra Mureddu e Serra fosse da tempo evidente e non era la prima volta che tra i due volassero parole grosse e minacce.

Poi in quel pomeriggio afoso di fine giugno la situazione era degenerata nella palazzina di corso Gramsci dove gli uomini vivevano in due distinti appartamenti con le loro famiglie.
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