Non pendolano come dovrebbero - anche se sono stati comprati proprio per questo - e ora non possono nemmeno correre.

Superati i problemi tecnici dei primi mesi, la maledizione degli Atr 365 continua: ora i treni veloci devono rallentare per colpa dei passaggi a livello disseminati lungo il percorso tra Cagliari e Sassari. A stabilirlo è una circolare della Ansf, l'agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, che impone a tutti i convogli di abbassare la velocità nelle vicinanze degli attraversamenti stradali su terreni privati, 46 in tutta l'Isola.

TRENI PIÙ LENTI - Il risultato è ai limiti del paradosso: i nuovi pendolini, battezzati a dicembre del 2015, sono più lenti dei cari e vecchi treni Minuetto. Addio alle 2 ore e 48 minuti dell'inaugurazione. Da qualche giorno i convogli impiegano almeno dieci minuti in più. Ma i passeggeri di alcune corse sono ancora più sfortunati: sulla linea Cagliari-Sassari il percorso può durare anche 3 ore e 5 minuti. Oltre 4 ore, invece, per andare fino a Olbia.

I MOTIVI - Ad aver rallentato gli Atr 365 non sono solo le ultime disposizioni dell'Ansf. Anche il nuovo meccanismo di controllo della rete ferroviaria sarda, l'Scmt (sistema di controllo marcia-treno), che una volta installato lungo tutto il percorso consentirà il "pendolamento", ha imposto alcune procedure che rallentano i convogli al passaggio nelle stazioni.

"Si tratta di una fase transitoria", fanno sapere dal gruppo Ferrovie dello Stato, "stiamo cercando di eliminare i rallentamenti causati dall'attraversamento dei passaggi a livello privati. Contiamo di concludere i lavori entro luglio 2018".

I pendolari sardi dovranno abituarsi: i treni riprenderanno a correre tra quasi un anno. Nel frattempo, dovranno tenersi i tempi di percorrenza allungati di 10 minuti: un intoppo che ha annullato quel piccolo risparmio di 8 minuti arrivato quasi due anni fa grazie alle prestazioni dei pendolini, pagati 78 milioni di euro.

LA REGIONE - "Non nascondo lo sconforto, soprattutto alla luce di tutti gli sforzi fatti per garantire un servizio di qualità elevata e con tempi di percorrenza ridotti", dice l'assessore ai Trasporti Carlo Careddu, che spiega: "La Regione non ha alcuna responsabilità diretta riguardo all'applicazione delle norme di sicurezza ferroviarie, può solo prenderne atto e sollecitare tutti gli interventi necessari per ridurre l'impatto sui tempi di percorrenza".

Nessuna polemica con la disposizione dell'Ansf, che limita la velocità in prossimità dei 46 passaggi a livello privati sparsi per la rete sarda: "Trattandosi di norme poste a tutela della vita umana nessuno ovviamente neppure si sogna di metterne in discussione l'applicazione", aggiunge Careddu.

LE RICHIESTE - L'assessorato ai Trasporti, dopo la pubblicazione delle nuove linee guida dell'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, ha richiesto a Rfi (la società del gruppo Ferrovie dello Stato che gestisce la rete) di intervenire, prevedendo l'installazione di nuovi dispositivi che non obblighino i treni a limitare la velocità durante l'attraversamento degli incroci. "Rfi ha assicurato che si sta provvedendo a rimodulare un piano di interventi per l'intera rete e che è stata individuata con Ansf la soluzione tecnologica che consente la protezione dei passaggi a livello. Questi interventi consentiranno l'abbattimento dei rallentamenti. La società sta quindi lavorando al piano per la fornitura e per l'installazione degli apparati necessari, tenendo conto che la rete sarda avrà la priorità rispetto agli interventi nelle altre regioni", fanno sapere dall'assessorato.

I TEMPI - Rimane il nodo dei tempi: le Ferrovie dello Stato prevedono che il problema non verrà risolto prima dell'estate del 2018. La Regione vorrebbe ridurre di qualche mese: "Stiamo pressando affinché Rfi ci dia tempi certi e soprattutto brevi", avverte Careddu, "per garantire ai sardi standard di qualità pari a quelli di tutti i cittadini europei".

Michele Ruffi

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