Sino ad oggi sono volate solo carte, anonime e bollate. Martedì 26 invece qualcuno parlerà in un'aula del tribunale. Protagonisti della storia in salsa marrubiese il sindaco Andrea Santucciu, il consigliere di maggioranza Raffaele Zedda, il giornalista Antonio Pintori e il parroco don Antonello Cattide (anche delegato della Diocesi di Oristano per l'Ecumenismo e il dialogo interreligioso). Quest'ultimo è accusato di diffamazione aggravata per aver scritto una lettera, poi inviata dal suo cellulare a una ventina di persone, in cui offende tutti gli altri, e non solo.

LA LETTERA - I primi giorni di luglio don Antonello Cattide (parroco della cittadina da 10 anni), secondo l'accusa, scrive la lettera "Marrubiu svegliati - prima puntata". "In questi anni abbiamo assistito ad un impoverimento di valori e una ridicola presenza del nostro paese sui giornali. La causa è l'errore di aver votato persone indegne e bugiarde che poi stanno amministrando il paese da 11 anni". Fatta questa premessa, si entra nel merito della persona (e dei rispettivi familiari, vivi e morti) di Andrea Santucciu, del consigliere comunale Gabriele Basciu, dell'assessore Doriano Sollai e del giornalista Antonio Pintori. Frasi infarcite di parolacce e allusioni esplicite. E si parla anche del prete che "ha aperto gli occhi, dopo anni, su Basciu e Sollai che lo stanno cercando di distruggere con articoli sul giornale e lettere anonime. Quest'anno doveva essere trasferito a Samugheo ma il prete che doveva venire si è cagato e ora rimarrà ancora per molti anni".

LE DENUNCE - Dal cellulare di don Cattide, tramite WhatsApp, lo scritto viene inviato a decine di persone e nel giro di poche ore diventa pubblico. Il sindaco e Zedda, offesi da alcune affermazioni, presentano denuncia alla Polizia, Pintori ai carabinieri (anche altri si sono presentati, successivamente, alle forze dell'ordine ma per adesso non compaiono in questa inchiesta). Denunce inizialmente contro ignoti.

LE INDAGINI - A fine luglio gli inquirenti bussano a casa del parroco e requisiscono il cellulare Samsung dove si trova la lettera. E scatta l'accusa di diffamazione aggravata. I protagonisti per ora preferiscono non commentare ("non c'è nulla da dire", sottolinea il parroco). "Ho ricevuto mandato per tutelare Santucciu e Zedda", spiega l'avvocato Anna Maria Uras. Martedì 26 si svolgerà un'udienza camerale durante la quale il parroco chiederà di patteggiare.

I PRECEDENTI - Il rapporto tra parroco e Giunta si incrinò per la processione di Sant'Anna del luglio 2014 durante la quale venne modificato il corteo. Volarono accuse tra don Cattide e Sollai che poi coinvolsero tutti gli amministratori. E iniziarono a circolare diverse lettere, molte anonime e poche firmate (per una di queste ultime il parroco dovrà comparire anche il 2 ottobre in tribunale, accusato da Sollai).

Michele Masala

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