Non è emergenza, meglio, non lo è ancora. Però gli oltre cento casi di "blue tongue" accertati nei giorni scorsi cominciano a preoccupare. Ieri mattina, si è riunita l'Unità di crisi per valutare la situazione e decidere le misure da adottare. Intanto, c'è la disponibilità dei vaccini con i quali intervenire in maniera massiccia, anche se non tempestiva. Una delle lamentele dei pastori riguarda proprio i ritardi nelle vaccinazioni degli animali. E adesso il timore che il virus, che ha colpito duramente in Ogliastra, possa diffondersi in tutta la regione è molto più che fondato.

BLOCCO DEL BESTIAME - In Baronia sono drammatiche le ripercussioni legate al blocco del movimento del bestiame imposto dalla Regione per bloccare l'epidemia. Tra i tanti casi denunciati dagli allevatori del territorio, c'è la testimonianza di Marco Casula, proprietario di un'azienda situata a Irghirtula, nelle campagne di Posada. Dai primi di agosto è costretto a tenere bloccati 60 vitelli, già venduti a una ditta della Penisola. A rischio, il contratto di vendita già stipulato, a cui si sommano i maggiori costi di sostentamento del bestiame fermo. Oneri resi ancora più pesanti dalla lunga siccità che sta interessando la Baronia. Per sbloccare la spedizione dei capi ovini bisogna sottoporli a una doppia vaccinazione, in parte a carico dell'Asl e in parte a spese dell'allevatore. "Noi vogliamo che invece sia la Regione a fornirci il vaccino bivalente - sostiene Casula - e che venga somministrato dai veterinari della Asl".

TASK FORCE - La Regione replica: "Non siamo in ritardo, il piano di vaccinazioni ha seguito un programma specifico. Il fatto è che il virus è comparso in un'area, l'Ogliastra, dove il rischio era più basso. I nostri veterinari sono intervenuti nel nord est dell'Isola, zona in cui la circolazione virale è sempre stata più accentuata che altrove. Abbiamo semplicemente proceduto come in passato, la strategia non è cambiata". La task force dei veterinari dell'Azienda per la tutela della salute è al lavoro da giorni, si sposta da un territorio all'altro e non ci sono problemi logistici rispetto ai tempi delle Asl.

MORTALITÀ - Per ora i numeri dicono che gli animali morti sono 250 in totale, cioè l'1% del gregge aggredito dal virus, e le bestie ammalate il 20%. La Regione ha chiesto di accelerare le vaccinazioni sui capi non ancora contaminati così da limitare i danni al minimo. Ma l'aspetto positivo, secondo l'assessorato regionale alla Sanità, è la scorta di vaccini fatta già diversi mesi fa. "Ne abbiamo quasi 400 mila e dovrebbero essere più che sufficienti per risolvere il problema attuale. Siamo stati attenti e ci siamo premuniti di una quantità di vaccini superiore all'eventuale insorgenza del virus. La preoccupazione ci sta, ma i nostri uffici non sono rimasti con le mani in mano. Insomma, stiamo affrontando questa emergenza non da improvvisati".

I PASTORI - Ma è normale che gli allevatori, che vivono il dramma sulla loro pelle perché il gregge è la loro vita e la sussistenza della famiglia, siano quasi terrorizzati dall'idea che il contagio possa allargarsi e possa, soprattutto, decimare le loro greggi. Per un primo bilancio dei danni ci sarà bisogno di qualche settimana.
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