Il treno si può perdere ma a volte può passare una seconda volta. E fermarsi di nuovo in una stazione che era diventata fantasma, perché giudicata inutile e dismessa dopo 139 anni di servizio. Quella di Giave, centro del Mejlogu di poco più di 500 abitanti, sbarrata con un lucchetto a dicembre 2015. Così, da un giorno all'altro. Il traffico era di sette passeggeri al giorno, pochi, secondo i calcoli di Rfi e Trenitalia. Ma chi aveva calcolato i viaggiatori non aveva messo in conto la caparbietà del sindaco Maria Antonietta Uras. Ne ha fatto una questione di principio e alla fine ha vinto. Da domenica la stazione di Giave sarà di nuovo operativa. Undici fermate dei treni nei giorni feriali e festivi. Gli orari sono già stati pubblicati ma arrivano fino a dicembre perché per ora sarà una riapertura in via sperimentale.

LA BATTAGLIA - "Felice? Quando mi hanno avvisato dalla Regione, e quando ho visto la delibera non sono riuscita a dormire", racconta il sindaco. Ha condotto la sua battaglia con ogni mezzo: sui social, con viaggi a Cagliari, con manifestazioni davanti alla stazione chiusa. Ha portato i bambini e gli alunni delle scuole, i colleghi di Giunta tutti con lei. "A Cagliari non sono mai stata ricevuta dall'assessore", ricorda, "solo da dirigenti". Ma ha insistito, convinta che poche persone (20 mila in tutto il Mejlogu, uno dei territori a rischio spopolamento), avessero gli stessi diritti di tante. E che eliminare i servizi non fa altro che accelerare la morte delle piccole comunità. Maria Antonietta Uras ha preteso che al suo fianco ci fossero i sindaci dell'Unione dei Comuni del Mejlogu, anche chi pensava non ci fossero più possibilità.

IL RISULTATO - "Grazie a tutti", dice Maria Antonietta Uras, "sono stati preziosissimi". E racconta come è arrivata a farsi ascoltare a Cagliari, a fare in modo che Trenitalia e Rfi ricevessero una sollecitazione. "Tutto è cambiato quando ho parlato con la direttrice generale dell'assessorato ai Trasporti", spiega Maria Antonietta Uras, "tra donne ci siamo capite. Gabriella Massidda è stata sensibile: mi ha chiesto di spiegarle concretamente i motivi della mia protesta, e quali fossero i collegamenti essenziali. Le ho detto che era necessario che da questa parte dell'Isola si potesse andare e rientrare a Cagliari in giornata. E che gli studenti potessero scegliere tra più scuole dei centri vicini, non essere limitati dalla carenza dei collegamenti. Sarà così: il primo treno per Cagliari sarà alle 7 del mattino, il rientro alle 8 di sera. E sono state studiate le coincidenze con Chilivani e Macomer".

I SERVIZI - Il Comune ha proposto di prendersi cura del piazzale esterno della stazione e di offrire tutta la collaborazione possibile. Intanto, verranno adeguati i collegamenti con la stazione di Giave. Ci sono i bus del sistema trasporti dell'Unione di Comuni, ed è stato deciso di contattare l'Arst. Il traffico di passeggeri dovrà aumentare perché in caso contrario si prospetterebbe una nuova chiusura e sarebbe davvero una sconfitta senza appello per il territorio.

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