Può un'associazione chiedere che siano ridiscussi i confini di una città? Per i comuni di Carbonia e Buggerru no.

Lo dicono chiaramente i due sindaci, dopo aver appreso dell'iniziativa della sezione iglesiente di Italia Nostra di appendere manifesti in città per rivendicarne i confini storici.

Per le carte emerse dalle ricerche del sodalizio in archivi comunali, regionali o della Marina militare a essere contesa a nord è la spiaggia di Cala Domestica, mentre verso l'altra città mineraria, parte delle frazioni di Barega, Corongiu e Tanì.

Per entrambe l'unico referente è il Comune di Iglesias, che non ha mai dato comunicazioni sul tema a nessun municipio.

"Italia Nostra istituzionalmente non rappresenta nulla - spiega Laura Cappelli, sindaco di Buggerru - non è il Comune dal quale non c'è stata mai alcuna richiesta. Perché lo fa? I confini che valgono sono quelli segnati negli atti della Regione il 27 gennaio 1960 e provvedimenti successi. Entrambe le spiagge a Cala domestica sono nostre. Da sempre amministriamo tutto dalla pulizia del litorale, a salvamento a mare o concessioni. Non capisco perché questa associazione si svegli oggi. Sinceramente i Comuni hanno altro da fare che pensare alle crociate per le rivendicazioni medioevali di territori".

Dubbi anche da parte di Paola Massidda, primo cittadino di Carbonia.

"Non sono un tecnico o uno storico, per me è una vicenda nuova mi informerò. Ma i problemi sono altri e preferiamo guardare a una visione unitaria del territorio. Piuttosto Italia nostra da cosa è spinta?".

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