Mattina presto, orario ideale per scattare qualche bella immagine sulla spiaggia di Giorgino, davanti all'ex carcere minorile.

Così almeno pensava (e sperava) Luana Cinus, una ragazza appassionata di fotografia che col suo fidanzato aveva deciso di raggiungere l'arenile.

L'idea è volata via in un attimo. "Corri, scappa", ha urlato improvvisamente il giovane.

Hanno fatto appena in tempo, i due ragazzi, a mettersi in salvo. Prima lei, poi lui.

Rinchiudendosi nella loro auto prima che il branco li raggiungesse, li aggredisse. I cani - otto in tutto - capeggiati da un meticcio color miele di grossa taglia, ringhiavano. Schiumavano.

L'ASSALTO - "Il capobranco è saltato sul cofano, ci guardava furioso dietro il parabrezza che mi sembrava improvvisamente troppo fragile. Quel cane si era ferito forse, mentre addentava il parafango, il paraurti anteriore, i cerchioni: gocce di sangue colavano dalla bocca sulla nostra macchina. Tremavamo, impietriti, davanti a tanta ferocia. Quel grosso cane se la prendeva anche con gli altri animali, li mordeva come volesse incitarli".

I SEGNI - È accaduto tutto in un attimo.

La Cinquecento di Luana Cinus e del suo ragazzo ha ancora i segni dell'aggressione.

"Non possiamo ancora sistemare l'auto perché non abbiamo ricevuto il risarcimento. La denuncia l'abbiamo fatta il giorno dopo in Comune, il perito ha stabilito che i danni ammontano a ottocento euro ma per ora assistiamo a un rimpallo di competenze e i segni dei denti restano lì, sulla carrozzeria, a ricordarci quei brutti momenti".

Così parla la ragazza, così racconta, attimo per attimo, l'incontro sin troppo ravvicinato con il branco di Giorgino, il tratto di costa cagliaritana che già in passato era stato teatro di altri gravi episodi provocati dai randagi.

I CLIC - "Stavo scattando alcune foto tra il vecchio stabilimento balneare e l'ex carcere, il mio ragazzo era poco lontano. Abbiamo notato del fumo sollevarsi sulla spiaggia dalla parte del molo, solo dopo ci siamo resi conto che si trattava di un branco di cani che correva verso di noi. Abbiamo raggiunto la macchina e siamo entrati, quegli animali erano inferociti e continuavano a sbattere contro le portiere. Volevano entrare, farci del male. Uno di loro, il più grosso, il più feroce, è saltato sul cofano, abbaiava, mostrava i denti, sbavava. Sono stati attimi terribili, non riuscivo a tranquillizzarmi. Solo a casa ho realizzato quanto siano stati fortunati. I segni dei denti sulla carrozzeria lo dimostrano. Avevano scalfito il paraurti, i cerchioni. Lesionato un pneumatico, quasi strappato la mascherina. Ci avrebbero fatto a pezzi, non è possibile che a due passi dalla città ci sia un branco così pericoloso. A Giorgino va molta gente a passeggiare, magari a scattare foto come abbiamo fatto il mio ragazzo ed io. Con quegli animali può finire male. Mi è stato detto che un uomo era già stato aggredito".

IL PRECEDENTE - Tutto vero.

Era accaduto a un cagliaritano, inseguito dai cani senza padrone lungo la vecchia statale 195, dismessa dopo la costruzione del Porto canale.

Quello sterrato corre lungo la spiaggia e finisce proprio in uno degli ingressi secondari dello scalo industriale - versante Capoterra - davanti all'ex casa di reclusione per minori e a Villa Aresu, l'antico caseggiato che ospitò anche un sanatorio.

Fatti analoghi sono accaduti anche lungo il "versante cagliaritano", il lembo est di Giorgino, nel tratto che dal villaggio Pescatori porta a Villa Ballero e al Porto canale.

È qui diversi residenti sono stati in questi ultimi due anni "avvicinati" da cani particolarmente aggressivi.

"Mi è stato detto che i tentativi di cattura sono falliti, che il branco è furbo e evita le gabbie-trappola. Perché allora non mandano gli accalappiacani?", conclude Luana Cinus.

Andrea Piras

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