"Ho avuto il merito di dosare le forze e di affrontare il mare in burrasca con la tecnica acquisita in anni di surf e di Kite-surf. Ma ammetto", sospira Gabriele Benedetti, l'osteopata eroe di Roma che martedì a Cala Sinzias ha salvato la vita a quattro bagnanti in difficoltà, mentre altri tre sono stati soccorsi da altre persone, "che per un attimo ho avuto paura di non riuscire a salvare tutti. Ho avuto la freddezza di ragionare tra un tuffo e l'altro, di misurare le forze. Ho avuto anche i complimenti da mio padre, che qui a Costa Rei ha comprato casa tanti anni fa: sono sardo anch'io. Ho avuto attestati di stima da tutta Italia. Commoventi i messaggi dei sardi".

"Devo ringraziare", dice, "un ragazzo sardo che mi ha aiutato prima a salvare un bambino di 11 anni e poi uno degli anziani. Ci siamo abbracciati, non so chi sia: mi piacerebbe rivederlo".

Per Benedetti anche una lettera del sindaco di Castiadas, Eugenio Murgioni, che oggi lo riceve in Municipio: "A nome di tutta la comunità di Castiadas, rivolgo al dottor Benedetti un grazie sincero".

I SALVATAGGI - Ieri l'osteopata romano, per il quale Costa Rei è un po' la seconda casa, è tornato a Cala Sinzias.

Racconta quello che è accaduto.

"Il primo a trovarsi in difficoltà è stato il bambino: non riusciva a tornare indietro. Si è tuffato anche il padre. L'ho riportato sul bagnasciuga assieme al ragazzo sardo. Un'ora dopo il mare si è ulteriormente ingrossato e ho visto una coppia di ragazzini annaspare tra le onde. Ho afferrato la bimba e le ho detto di stringersi al collo. L'ho portata fuori mentre il bambino veniva spinto lontano. In quel momento è scattata la mobilitazione di altri bagnanti, impegnati nel salvataggio di altre sei o sette persone in difficoltà. Ho poi soccorso un 45enne, poi un sessantenne che era ormai affondati".

"Non chiamatemi eroe", dice ancora. "Sono solo un giovane osteopata innamorato della Sardegna. I complimenti fanno piacere, ma vanno estesi a tutti i soccorritori".

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