"Il rappresentante legale del locale ha detto che sarà chiesta la pena più alta per l'omicida? Io me lo auguro e spero che rimangano veramente in carcere. La rabbia è tanta e pensare di avere un figlio di 22 anni sepolto e questi giovani che hanno venticinque anni e fra dieci-quindici anni o vent'anni saranno fuori, vuol dire che non gli sarà fatto un gran male. Questo non lo trovo giusto, dovrebbero essere al posto di mio figlio". Sono le parole di Luigi Ciatti, il padre di Niccolò, il ventiduenne ucciso a calci e pugni in una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna.

"Si dice sempre - ha aggiunto al termine della veglia organizzata a Scandicci - che certe cose non debbano accadere più. Lo so che c'erano nove guardie della sicurezza per duemila ragazzi e che non hanno fatto nulla. Sono intervenute solamente per aiutare gli amici di mio figlio quando era già in terra ma al momento del bisogno non c'era assolutamente nessuno".

Il padre di Niccolò è determinato a lottare per ottenere giustizia per il figlio: "Seguirò il processo - ha assicurato - e farò tutto quello che posso fare per mio figlio. Non è giusto quello che è accaduto. Tutto quello che posso fare contro questi delinquenti, contro la discoteca se veramente è responsabile come mi hanno detto, lo farò".

Ora c'è da riportare la salma di Niccolò a casa: "Mi hanno detto - ha spiegato - che le pratiche sono già state tutte definite per cui sto aspettando soltanto che volo ci daranno e dove me lo porteranno perché non si sa. Firenze, non si sa, Pisa, Bologna o addirittura Roma. Non dipende da noi".

Le ultime parole sono per la comunità di Scandicci che ieri sera si è stretta intorno alla famiglia Ciatti con una veglia: "Grazie a tutti i miei concittadini".

(Redazione Online/s.a.)

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