È stato dimesso dal pronto soccorso dell'ospedale Brotzu di Cagliari con una diagnosi di broncopolmonite, ed è morto nemmeno due giorni dopo nella sua casa di Serramanna.

Il sospetto dei familiari è che Daniele Paschina, 36 anni, militare dell'esercito in servizio all'undicesimo Reggimento Trasmissioni di Civitavecchia, sia stato trattato con superficialità dai sanitari dell'ospedale cagliaritano. E che la morte del loro congiunto possa configurarsi come un caso di malasanità.

Per le prime risposte bisogna attendere domani quando all'ospedale Nostra Signora Bonaria di San Gavino Monreale si svolgerà l'autopsia (inizialmente prevista per lunedì e anticipata grazie all'intervento della famiglia) disposta dal medico legale che domenica scorsa, poco dopo le 8.30, ha constatato la morte del giovane militare.

E il primo particolare che aveva indignato i familiari era proprio questo, cioè il timore che l'autopsia si sarebbe svolta al rientro dalle ferie del medico legale. "Non è giusto, siamo addolorati e sconcertati, mio fratello è in una cella frigo da cinque giorni", aveva tuonato Roberto Paschina, il fratello maggiore della vittima.

In via Lussu, a Serramanna, dove risiedono i genitori di Daniele, Giuseppe Paschina e Maria Giovanna Ulgheri, il dolore per la morte del militare fa tutt'uno con la rabbia: "Daniele era un servitore dello Stato, non meritava e non merita questo trattamento: prima al pronto soccorso del Brotzu, da dove è stato dimesso in maniera frettolosa, e ora da morto, chiuso da giorni nell'obitorio, in attesa dell'autopsia che dovrebbe chiarire le cause della morte e restituircelo per potergli dare degna sepoltura".

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