Troppo tardi. Nella maggior parte dei casi quando arrivano davanti al medico del Serd la droga ha già provocato effetti sul sistema nervoso. Ecco perché dei circa cento adolescenti che ogni anno si rivolgono agli ambulatori di Cagliari, una buona percentuale arriva dai reparti di Neuropsichiatria infantile. Mentre quando finiscono al pronto soccorso per attacchi di panico o tachicardia - e capita più frequentemente nei fine settimana - preferiscono non dire di aver assunto ecstasy o lsd. Sostanze che insieme alla cocaina e agli oppiacei continuano a diffondersi tanto che nell'ultimo anno ben 1.518 persone (il 2,76%) sono state soccorse da un'ambulanza del 118 della centrale cagliaritana per overdose.

IL PERCORSO - "A volte sono i genitori ad accompagnarli dal medico perché non sanno come spiegare alcuni comportamenti che invece sono la spia dell'abuso di sostanze stupefacenti", spiega Massimo Diana, responsabile del servizio per le dipendenze di via Liguria e di via dei Valenzani. "Da noi arrivano seguendo percorsi diversi: segnalati dal Tribunale dei minori, spinti dalla famiglia o su richiesta dei neuropsichiatri. Quest'ultimo è un elemento allarmante e assolutamente in crescita. La Sardegna e Cagliari non si discostano dal dato nazionale raccolto dal Dipartimento delle politiche antidroga in base al quale il 10 per cento di ragazzi tra i 14 e i 20 anni ha già provato le metanfetamine mentre l'83 per cento ha fatto uso di cannabis".

L'ANTIDOTO - Nel corso degli anni i medici specializzati nel trattamento delle dipendenze hanno dovuto fare i conti con un mondo in continua evoluzione che ha portato a diagnosi sempre più difficili e a un approccio del tutto diverso nei confronti delle droghe. "Prima i tossicodipendenti che arrivavano al pronto soccorso erano per la maggior parte dei casi in overdose da eroina, una sostanza che ha un antidoto ben preciso grazie al quale - se si arrivava in tempo - si neutralizzava la sostanza. Ora invece ci troviamo a dover trattare dei sintomi che possono essere ricondotti all'uso di droghe sintetiche o alla cocaina ma anche ad altre patologie" spiega la responsabile del pronto soccorso del Policlinico di Monserrato Rosanna Laconi.

I SINTOMI - Alla diagnosi concorrono dunque altri fattori. "L'esperienza ci insegna che queste situazioni sono più frequenti durante i fine settimana quando i ragazzi vanno in discoteca o quando ci sono manifestazioni particolari, ovvero in quelle situazioni nelle quali i più giovani hanno la possibilità di esagerare". I sintomi in alcuni casi sono inequivocabili. "Questi pazienti possono manifestare attacchi di panico, tachicardia, aritmia e il medico al quale spesso né l'interessato e neppure gli amici dicono che c'è stato l'uso di sostanze stupefacenti - non può far altro che curare i sintomi e aspettare che passino. Ricordo un ragazzo sui vent'anni al quale era venuto un infarto per la cocaina".

MIX LETALE - A risultare particolarmente pericoloso, spesso, è il mix di sostanze stupefacenti. "Abbinare alcol e droghe sintetiche provoca nel corpo reazioni opposte che insieme ad altri fattori possono essere fatali".

Fattore di cui riferisce anche il direttore del Serd. "Siamo davanti al poliabuso. Da una parte è un'abitudine che limita la dipendenza da un'unica sostanza e dall'altra complica la situazione. Siamo sempre più lontani dal modello di tossicodipendente degli anni Ottanta e Novanta. Ora i ragazzi abbinano a cocaina, pastiglie e cannabis l'alcol e le sigarette. Si tratta di sostanze facilmente reperibili, legali e tollerate soprattutto in Sardegna" continua Diana. "Sottovalutare questo aspetto è un errore anche perché in base agli studi sulle acque reflue per calcolare la quantità di droga usata dai cittadini, Cagliari insieme a Nuoro è ai primi posti della classifica italiana. Non dobbiamo abbassare la guardia".

Mariella Careddu

© Riproduzione riservata