Il lavoro e l'assenza di prospettive li ha portati via dalle loro case, dal loro paese, dalle campagne isolate, ma una volta all'anno, come quei vecchi amici di scuola che si ritrovano a mangiar la pizza, loro, gli emigrati di Villaurbana, si danno appuntamento nella piazza del paese per la Festa dell'emigrato.

IN GERMANIA - Non manca mai Piero Atzeni , da 40 anni in Germania nella Ruhr, l'area carbonifera, meccanico specializzato alla Siemens, azienda leader nella costruzione di centrali elettriche.

"Non mancherei per nessuno motivo a questa festa, la nostra festa, dei tanti paesani che hanno dovuto abbandonare la propria terra per poter lavorare e farsi una famiglia".

La Festa dell'emigrato è iniziata sabato con la preparazione e la spesa, ieri mattina poco prima delle otto l'allegra brigata della Pro Loco (un'ottantina di persone) era davanti ai fornelloni.

LA PRO LOCO - Ma tutti fanno qualcosa per la Festa dell'emigrato che ogni anno trascina in piazza almeno un migliaio di persone. "Così rincontriamo i vecchi amici - dice Livio Lai che della Pro Loco è il segretario - un piatto della nostra tradizione, un po' di vino e tante chiacchiere, tanti ricordi. Siamo alla quindicesima edizione e ormai molti degli emigrati fissano le ferie nelle date in cui è prevista la Festa". Chi è legata alla Sardegna e a Villaurbana con un affetto incredibile è Nadalia Meloni, lei vive a Genova e dal paese è andata via che aveva solo nove anni. Ora sono 47 anni che sta lontano dagli affetti di quando era bambina: "A Genova mi metto alla finestra a guardare i traghetti che partono per la Sardegna".

Poi l'emozione la travolge e sul volto scorrono lacrime. Il racconto si esaurisce qui, mentre Nadalia si asciuga le lacrime della nostalgia. Villaurbana non dimentica nessuno.
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