Nessuna retorica e nessuna azione rischiosa: questo il fulcro del colloquio avuto dal presidente cinese Xi Jinping con il suo omologo americano Donald Trump in merito alle minacce della Corea del Nord.

"Tutte le parti coinvolte - ha aggiunto - devono evitare qualunque reazione idonea a peggiorare le tensioni sulla penisola coreana".

Cominciano così a delinearsi le posizioni di alcuni Stati sulla situazione che da settimane tiene banco a livello internazionale, dopo che il leader nordcoreano Kim Jong-un ha fatto sapere di avere pronti missili da sparare verso l'isola americana di Guam, sorvolando il Giappone.

Anche da Mosca arrivano le prime reazioni: "Il rischio di un confronto militare è molto alto", sono state le parole di Serghiei Lavrov, ministro degli Esteri russo; e per gli Usa, in effetti, "l'opzione militare c'è. ma una guerra sarebbe catastrofica".

Grande preoccupazione è stata espressa inoltre da Stephane Dujarric, portavoce di Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite.

"La tabella di marcia per il ruolo dell'Onu - ha detto Dujarric - è la risoluzione del Consiglio di Sicurezza che il segretario generale ha accolto"; il riferimento è alla misura approvata all'unanimità per chiedere la fine dei test missilistici di Pyongyang.

"Il segretario generale ha chiaramente condannato i lanci di missili della Corea del Nord, ma la nostra attenzione deve essere sulla diplomazia e sulla de-escalation", ha aggiunto.

(Redazione Online/s.s.)

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