"Sono amareggiata: io e mio figlio, lui soprattutto, siamo stati vittime di una grave discriminazione a Porto Pino".

A parlare è una nostra lettrice, Manuela Poletti, italiana residente in Svizzera, in vacanza in Sardegna nella zona di Sant'Anna Arresi per il secondo anno, che ha inviato una segnalazione attraverso la pagina Facebook de L'Unione Sarda.

"Mio figlio, che ha 18 anni e mezzo, è su una sedia a rotelle a seguito di un incidente; siamo arrivati nell'Isola per le vacanze il 28 giugno scorso. A Porto Pino frequentiamo solitamente la prima spiaggia, perché più accessibile, ma una settimana fa, a causa dell'affollamento, abbiamo deciso di raggiungere la seconda".

In quello stabilimento la signora, il figlio e un'amica hanno affittato ombrellone e lettini. Al momento di andare via hanno chiesto alle persone che gestiscono la struttura, madre e figlia, di poter avere un aiuto dal bagnino per spingere la carrozzina verso la macchina.

"Venti metri sulla sabbia, in salita, e la carrozzina affondava - spiega Manuela - Io e la mia amica non saremmo riuscite a cavarcela. Non mi sembrava di aver fatto una richiesta impossibile. Eppure le signore ci hanno risposto 'non esiste proprio'".

In loro soccorso sono arrivati invece due bagnanti, che hanno portato la carrozzina, con il figlio di Manuela, fino all'auto.

"Ieri siamo tornati in quella spiaggia, perché nell'altra, essendo alta stagione ed essendo anche domenica, non ci si poteva muovere. Siamo arrivate con la carrozzina, ho poggiato la borsa su una sdraio, il tempo di sistemare mio figlio, e siamo state quasi aggredite dalle solite signore: 'Voi qui ombra non ne prendete', e ci hanno praticamente cacciato".

"Mi domando - chiede Manuela - se per caso mio figlio, per la sua situazione di disabilità, desse loro fastidio. Ma come può essere che in un Paese civile ci sia una tale discriminazione?".

Invece grande disponibilità è arrivata sia dal marito e padre delle donne, "che in precedenza ci aveva aiutato con la carrozzina", sia dall'amministrazione comunale di Sant'Anna Arresi, "che ci ha permesso di avvicinarci il più possibile alla spiaggia con l'auto".

"Mi resta l'amaro in bocca - conclude la nostra lettrice - per non aver potuto evitare che la situazione fosse vissuta da mio figlio".

(Redazione Online/s.s.)
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