Sono 12 gli anni di condanna che i procuratori sudcoreani hanno chiesto per Lee Jae-yong, vice presidente di Samsung Electronics, coinvolto nello scandalo corruzione che ha portato alla destituzione del presidente sudcoreano Park Geun-hye lo scorso mese di marzo.

Il manager 49enne è in carcere da sei mesi con diverse accuse a suo carico. La più grave è quella di aver corrotto Choi Soon-sil, la confidente dell'ex capo di Stato sudcoreana, per ottenere il sostegno del governo nella sua scalata all'interno del colosso high-tech.

Nel corso dell'ultima udienza del processo, i magistrati hanno definito l'imputato il "beneficiario finale" dei reati compiuti nell'ambito di questo scandalo.

I procuratori alla Corte di Seul accusano Lee di aver "cercato di far ricadere le responsabilità" su altre persone coinvolte nell'inchiesta.

Tra le altre accuse nei suoi confronti ci sono il trasferimento illegale di beni all'estero e l'appropriazione indebita (alcuni dei fondi per le tangenti provenivano dal bilancio dell'azienda).

La sentenza è prevista entro il prossimo 27 agosto.

(Redazione Online/F)

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