C'è anche un medico, stando a quanto riportano le cronache locali, tra gli indagati nella "pista nera" che ha riaperto le indagini sugli omicidi del mostro di Firenze.

Si chiama Francesco Caccamo, oggi ha 87 anni e vive a Dicomano, nel Mugello: ha lavorato a Prato, dove era il medico curante di Giampiero Vigilanti, l'ex combattente della Legione straniera che è il protagonista del nuovo filone dell'inchiesta sulle coppiette assassinate dal 1968 al 1985 nelle campagne toscane.

Sarebbe stato proprio l'ex legionario, negli interrogatori, a tirarlo in ballo come uno degli elementi che farebbe parte del cosiddetto "secondo livello", quello dei mandanti.

La perquisizione in casa del medico non avrebbe portato elementi a supporto di questa tesi, ma gli inquirenti vogliono approfondire.

È tutta da valutare infatti l'attendibilità di Vigilanti, che con i pm ha parlato molto: e, stando ai suoi racconti, i delitti sarebbero stati compiuti da più persone.

E anche le vittime, non sarebbero casuali come si è sempre pensato, ma sarebbero state scelte con una certa logica dai componenti della banda.

La nuova inchiesta sta dunque mettendo in discussione molte delle certezze maturate dagli inquirenti negli ultimi 30 anni.

Gli inquirenti stanno passando al setaccio tutte le relazioni dell'ex legionario con Pietro Pacciani e con Salvatore Vinci, l'uomo già indagato nell'ambito della pista sarda, che viveva nella stessa via di Vigilanti.

È in corso anche una rivisitazione di tutti i reperti, alla luce delle nuove tecniche investigative che all'epoca non c'erano. La prova del Dna, ad esempio: si cercano tracce utilizzabili sulla tenda di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, le ultime vittime del mostro.

(Redazione Online/L)

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