C'è una nuova pista nelle indagini infinite sui delitti del mostro di Firenze.

Una strada già sfiorata 30 anni fa poi abbandonata dagli inquirenti, che torna in auge con le recenti indagini del Ros.

È la pista "nera", che vede i delitti delle coppiette come uno dei tanti fronti della strategia della tensione: gli uomini dell'Arma cercano contatti tra i "compagni di merende" di Pietro Pacciani e un ex legionario, estremista di destra.

Si tratta di Giampiero Vigilanti, 87 anni, originario di Vicchio del Mugello (Firenze) e residente a Prato.

Conterraneo e conoscente di Pacciani, fu già perquisito nel settembre 1985: gli trovarono solo molti articoli sulle uccisioni dei fidanzati e su prostitute uccise sempre in quegli anni.

Solo il segnale di un interesse morboso, secondo gli inquirenti. Nel 1994, dopo gravi dissidi col vicino, l'ex legionario subì una nuova perquisizione, e nella sua casa furono trovati 176 proiettili Winchester serie H non più in produzione dal 1981.

Gli stessi proiettili usati per commettere gli omicidi con una Beretta calibro 22.

Vigilanti non sarebbe l'unico indagato in questa nuova, ennesima inchiesta affidata al procuratore capo di Pistoia Paolo Canessa, il pm che da sempre cerca la verità sul killer delle coppiette massacrate.

Sono state passate al setaccio le relazioni dell'ex legionario con Pacciani, con un imprenditore di origini tedesche, che ai tempi finì sotto inchiesta, con Salvatore Vinci, l'uomo indagato nell'ambito della "pista sarda" (che abitava nella sua via), e altri elementi dell'estrema destra.

Salvatore Vinci, protagonista della "pista sarda"
Salvatore Vinci, protagonista della "pista sarda"
Salvatore Vinci, protagonista della "pista sarda"

LA STRATEGIA DELLA TENSIONE - L'ipotesi di chi indaga è che ci siano stati contatti con la strategia della tensione e con la volontà di aumentare le pressioni sulla procura di Firenze che all'epoca indagava sugli attentati ai treni.

Quello dei delitti nelle campagne toscane sarebbe stato solo un altro dei tanti fronti della strategia della tensione che ha sconvolto l'Italia da fine anni '60 fino a metà anni '80: l'obiettivo era sempre lo stesso, spargere terrore indiscriminato, perché chiunque poteva essere colpito dalla furia omicida del mostro, in particolare i giovani.

I DELITTI DEL MOSTRO - Sono otto i delitti compiuti dal mostro di Firenze, tutte coppiette uccise tra il 1968 e il 1985 mentre erano appartate in qualche luogo isolato. Pietro Pacciani è morto nel 1988, prima che i giudici scrivessero la parola fine sulle sue eventuali responsabilità. Sono stati condannati in via definitiva invece i suoi "compagni di merende", Mario Vanni e Giancarlo Lotti.

(Redazione Online/L)
© Riproduzione riservata