"Non si può invitare a violare la legge". È duro l'intervento del responsabile regionale di Sardegna Pulita Angelo Cremone, a proposito del progetto di ampliamento dello stabilimento domusnovese della Rwm Italia Spa.

Sul caso si è espresso ieri il capogruppo Udc in Consiglio regionale Gigi Rubiu paventando una possibile chiusura dello stabilimento nel 2018 a causa delle lunghe procedura di verifica necessarie prima di ottenere l'ok all'ampliamento.

"Conosco e stimo il consigliere Rubiu - dice Cremone - ma non si possono dire inesattezze e lanciare appelli a violare la legge. Abbiamo visto ad esempio a Portoscuso a cosa hanno portato certi atteggiamenti elastici. Rubiu parla inoltre di raddoppio della forza lavoro ma noi abbiamo i bilanci del 2016 e tutte le carte in cui si dice che a fronte di un investimento per l'ampliamento di 45 milioni di euro si prospettano solo 40 nuove assunzioni. Quelle procedure di verifica - prosegue - bollate come lungaggini e burocrazia non solo sono previste dalla legge ma sono anche vitali per un'azienda che non ha mai espletato la procedura di Valutazione d'impatto ambientale e dunque mai ricevuto dei controlli adeguati".

L'ambientalista portoscusese se la prende anche con la cattiva informazione: "Alcune emittenti nazionali continuano a parlare di 500 posti di lavoro da salvaguardare nella fabbrica ma dai bilanci si ricava un numero di assunti fissi pari al massimo a 100 unità".

Infine un appello alle istituzioni: "Se non si riconverte la Rwm quei posti di lavoro andranno persi a causa dei processi di delocalizzazione in Sudafrica e Arabia Saudita. Pensiamo ora concretamente ad una riconversione, dopo sarà troppo tardi".

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