Ha finto il rapimento per chiedere a sua madre i soldi del riscatto. Per questo motivo è finito in manette un uomo di 43 anni, assieme a un suo complice.

Nel pomeriggio di ieri una donna di 74 anni si è presentata nella questura di Livorno per sporgere denuncia nei confronti di ignoti, affermando che il figlio era stato sequestrato e che le stavano arrivando continue richieste di versare un riscatto.

La donna ha raccontato agli agenti che il figlio, che fa uso di stupefacenti e frequenta ambienti malavitosi, era caduto nella trappola estorsiva tesa da alcune persone che, minacciandolo di morte, lo avevano spinto a chiedere denaro contante alla madre, che regolarmente versava i soldi.

Da circa due giorni, è andata avanti nel racconto l'anziana signora, il figlio era irreperibile, e a lei iniziavano ad arrivare telefonate minacciose da parte di un uomo con apparente accento siciliano.

L'ultima ieri pomeriggio, quando le è stato intimato di ricaricare una carta Poste Pay per 700 euro, altrimenti avrebbero "tagliato un orecchio" e "spezzato le gambe" al figlio.

Terrorizzata, la 74enne si è recata in questura, e, dopo altre telefonate, si è accordata per consegnare 360 euro al titolare di un kebab situato a Viareggio.

Si è recata sul posto con delle banconote false che le avevano dato gli agenti e ha consegnato la somma pattuita.

Subito dopo si sono avvicinati all'esercizio commerciale il figlio della donna e un transessuale brasiliano dedito alla prostituzione. Ed è stato in quel momento che sono intervenuti i poliziotti, che hanno fatto irruzione nel locale e hanno arrestato i due: il figlio dell'anziana signora aveva ancora in mano i soldi falsi che gli aveva consegnato il titolare del kebab. L'uomo ha confessato: era stato lui stesso a telefonare alla madre ed estorcerle il denaro.

Il reato contestato ai due arrestati, entrambi portati nel carcere di Livorno, è quello di estorsione. Indagato per favoreggiamento invece il titolare del kebab.

(Redazione Online/L)
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