Giovanni Orrù ha un sogno: ricostruire la gloriosa carriera sportiva di suo padre, sepolta dalla polvere del tempo.

Un desiderio che spera di coronare entro il prossimo ottobre, trentesimo anniversario della morte del genitore, Pino, nato a Oristano nel 1934.

Proprio a Oristano Giovanni e i suoi 4 fratelli (2 maschi e due femmine) sono cresciuti. E proprio a Oristano papà Pino ha iniziato a coltivare la sua grande passione: il sollevamento pesi.

È lo stesso Giovanni, oggi 58enne residente in Toscana, a raccontare a L'Unione Sarda i suoi successi, scavando tra i ricordi, purtroppo sbiaditi: "Erano gli anni Sessanta e io ero molto piccolo. Ma non riesco a scordare il suo amore per lo sport, che lo ha portato a diventare quattro volte campione di Sardegna (con tanto di record regionale, ndr) e a farsi onore ai campionati italiani del 1963, a Verona".

Non solo: nel 1960 Pino ha anche sfiorato una storica qualificazione alle Olimpiadi di Roma.

Un palmares di tutto rispetto, di cui, però, restano poche tracce. Qualche foto in bianco e nero, sparuti articoli di giornale.

Un oblìo cui Giovanni spera di porre fine. Per questo ha inziato a scavare nel passato, alla ricerca di indizi e informazioni. Per questo chiede aiuto ai lettori de L'Unione Sarda.

L'obiettivo? "Vorrei creare un sito internet che raccolga la sua storia e i suoi risultati. La speranza è che chi lo conosceva, chi ha seguito le sue imprese, le associazioni sportive che dispongono dei vecchi dati sulle gare possano fornirmi il materiale necessario".

Un modo per non far perdere memoria di un atleta sui generis, diverso dagli altri suoi colleghi del tempo. "Come accade anche oggi - spiega Giovanni - tutti i pesisti appartenevano ai corpi sportivi dell'esercito o delle forze dell'ordine. Quindi erano stipendiati e seguiti da uno staff tecnico e dirigenziale. Lui no. Lui faceva l'operaio e nei ritagli di tempo si allenava da solo, con pochi mezzi, ma con tanta forza di volontà, quella tipica dei sardi che vogliono realizzare i propri sogni".

Una dedizione che Giovanni (un passato da ciclista dilettante) e suo fratello Gianfranco (ex tennista che ha incrociato la racchetta con il grande Adriano Panatta) non vogliono far finire nel dimenticatoio.

"Questo perché", chiosa Giovanni, "ciò che ha fatto mio padre fa parte della storia sportiva della Sardegna, per questo merita di essere ricordato. E io spero di potergli offrire un giorno questo tributo".

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(Chi volesse mettersi in contatto con Giovanni può farlo attaverso la nostra redazione scrivendo su Whatsapp al 3351546482)

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