Il Ministero dell'Ambiente spegne defintivamente le speranze della Tgs Nopec, la società norvegese che avrebbe voluto scandagliare il Mar di Sardegna alla ricerca di giacimenti di petrolio.

Nei giorni scorsi si è concluso il procedimento di valutazione di impatto ambientale: il parere del ministero è negativo. "I Cetacei e tutta la fauna marina sono salvi", esulta il Gruppo di intervento giuridico, "siamo fortemente soddisfatti, in particolare per la difesa del Santuario Pelagos, il santuario per i Mammiferi marini istituito come area marina protetta di interesse internazionale".

LA PROCEDURA - I primi stop, ricevuti nei mesi scorsi, non avevano spaventato i norvegesi della Tgs-Nopec, cercatori di petrolio per conto terzi. La società ha insistito, continuando chiedere al ministero dell'Ambiente l'autorizzazione per utilizzare i propri cannoni ad aria compressa a due passi dal Santuario dei cetacei.

Dopo il coro di no che ha unito Regione, Comuni costieri, associazioni ambientaliste e politici, l'azienda ha presentato delle integrazioni al progetto originale.

Ciononostante non si è eliminato l'uso dell'air gun, cioè un cannone che spara bolle d'aria compressa in grado di generare suoni tra i 240 e i 260 decibel. Si chiama "sismica a riflessione". Una mitragliata di onde che dovrebbe aiutare a capire se sotto il fondale marino si trova una sacca di idrocarburi. Ma che potrebbe anche allontanare balene, delfini, capodogli e tartarughe.

I DANNI - "Al contrario di quanto sostenuto dal soggetto proponente, come documentato scientificamente, il danno alle specie di Cetacei e di Tartarughe marine ben presenti nell'area marina interessata sarebbe devastante", sostiene il Gruppo di intervento giuridico. "Altrettanto potrebbe ipotizzarsi per le specie ittiche, anche di interesse commerciale, con indubbi riflessi negativi sull'economia del settore della pesca".
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