Anche il terremoto del Centro Italia dello scorso anno, come quello dell'Aquila del 2009, consegna alle cronache l'immagine di un imprenditore che ride pensando ai futuri guadagni.

Allora era Francesco Piscicelli, ora è Vito Giuseppe Giustino, 65enne di Altamura (Bari), presidente del cda della società cooperativa L'Internazionale.

L'uomo, che si trovava ai domiciliari nell'ambito di un'inchiesta della procura dell'Aquila su presunte tangenti nella ricostruzione dopo il terremoto del 2009, intercettato al telefono, "ride" (è scritto nell'ordinanza del gip) parlando delle future commesse, in particolare ad Amatrice.

Giustino è al telefono con il geometra della sua ditta. Mentre quest'ultimo gli parla dei possibili affari da portare a termine dopo il sisma di Amatrice, lui ride. Ripetutamente.

Come si legge nell'ordinanza dei giudici, dopo le nuove scosse di terremoto, "gli imprenditori monitorati da questo ufficio hanno cercato nuovi incarichi grazie ai rapporti con i pubblici funzionari".

"Tra di loro - si legge ancora - hanno assunto un comportamento particolarmente cinico i rappresentanti della società L'Internazionale".

Il geometra spiegava a Giustino che presso il ministero dei Beni culturali era stata creata un'unità di crisi per valutare i danni ai beni architettonici. E Giustino, spiegano i giudici, "ride in maniera beffarda, in quanto per l'impresa il nuovo sisma avrebbe portato nuovi introiti, tanto più se l'appoggio di due funzionari del Mibact (anche loro in manette, ndr) inseriti nell'unità di crisi, non sarebbe venuto meno".

(Redazione Online/L)

L'INCHIESTA SUL TERREMOTO DI AMATRICE

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