Il processo arriva un anno dopo il delitto, commesso la sera del 24 agosto 2016 dopo una breve lite in un quartiere realizzato di recente nel paese.

Il 12 settembre Gianluigi Zuddas si presenterà davanti al giudice delle udienze preliminari Giuseppe Pintori e ascolterà la ricostruzione di quanto avvenuto, per sua stessa mano, nell'abitazione di sua proprietà in via Tirso a Siurgus Donigala.

L'acceso scambio di battute con Massimo Setti, la mano di Zuddas che afferra il fucile, il dito che preme il grilletto, il rivale che stramazza a terra privo di vita colpito dalla scarica di pallettoni. Poi l'arrivo dei carabinieri della stazione e della compagnia di Dolianova e l'arresto.

Omicidio volontario l'accusa dalla quale deve difendersi il 52enne falegname: il processo si celebrerà col rito abbreviato. Il giorno dell'incontro col gup e col pm sarà ascoltata la testimonianza di Giulio Madeddu, consulente balistico della Procura, e su richiesta dell'avvocato difensore Ferruccio Melis saranno acquisite le fotografie scattate nella villetta dagli investigatori e tutti i precedenti della vittima.

SCREZI E LITIGI - L'episodio era avvenuto di mercoledì, quindici minuti dopo le 20. Setti, 39 anni, vicino di casa di Zuddas, in base alla ricostruzione dei militari si era presentato davanti all'abitazione del falegname impugnando un bastone e un cacciavite: l'ipotesi è che volesse passare alle vie di fatto o intimorire il rivale dopo un diverbio precedente, non l'unico tra loro.

I due da anni erano in lite. Una serie di screzi e litigi che aveva incancrenito i rapporti e fatto precipitare la situazione. Il proprietario avrebbe intimato a Setti di allontanarsi, poi però in un momento di concitazione erano state esplose le fucilate mortali.

Il falegname si era barricato in casa, mentre il corpo di Zuddas era a terra nel cortile. Ai carabinieri si era poi consegnato senza fare resistenza.
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