"Arresto cardiaco improvviso".

Questa la causa messa a referto dal medico che ieri ha accertato la morte di Doddore Meloni.

Sul decesso dell'indipendentista, arrestato ad aprile per reati fiscali e in sciopero della fame da 66 giorni, è stata disposta l’autopsia, fissata per domani, e le autorità hanno aperto un’inchiesta, al momento contro ignoti.

"Non è possibile che Doddore sia entrato in carcere in condizioni di salute buone e sia uscito senza vita", commenta l’avvocato di Meloni, Cristina Puddu, annunciando una battaglia per "accertare le responsabilità".

IL CORDOGLIO - Alla notizia delle morte, molte sono sono state le manifestazioni di cordoglio, da destra e da sinistra.

"Voglio ricordare una persona umana perché credo che si debba fare una riflessione sugli ultimi mesi della sua vita e interrogarci se sia stata umana la sua fine. Prego per lui e per la sua famiglia e credo che nessuno dimenticherà il suo sorriso ribelle", ha detto l'ex governatore della Sardegna Ugo Cappellacci.

Affranto anche l'eurodeputato della Lega Nord Mario Borghezio: "Con Doddore muore l'ultimo vero indipendentista sardo, ma non l´idea indipendentista che, come tutte le idee di libertà, é immortale". "Lo Stato italiano - aggiunge Borghezio - , troppo spesso indulgente verso chi delinque, é stato sempre ostinatamente durissimo verso questo coraggioso combattente per la libertà della sua terra, autentico poeta della politica".

E anche il deputato di Articolo 1-Mdp Michele Piras punta il dito contro "quegli organi dello Stato che lo hanno lasciato morire in carcere". "Provo una rabbia immensa - prosegue - perché si sono colpevolmente sottovalutate le condizioni di salute di un uomo di 74 anni, perché si sono ignorati gli appelli di amici, familiari, avvocati e perché è morta la pietà".

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