Il punto nevralgico, l'esclusione di Monastir (ma anche di Ussana e San Sperate) dalla Città metropolitana di Cagliari, l'ha inquadrato da subito Modesto Fenu: ex consigliere regionale, oggi capogruppo consiliare d'opposizione a Monastir. "L'area inclusa nella Città metropolitana è stata calata dall'alto: Monastir, come del resto Ussana e San Sperate, sono state escluse. Ma a mio parere stare dentro tanto per starci, fare la periferia di Cagliari, non fa per noi", le parole di Fenu hanno aperto il convegno "Governance territoriale o caos?".

LE ACCUSE - Fenu, passato al Partito dei sardi dell'ex assessore Paolo Maninchedda, rivendica un ruolo di peso per il territorio. Da Fenu a Paolo Maninchedda, fino a Paolo Schirru - amministratore di Selargius e membro dell'esecutivo della Città metropolitana - a Ivan Piras (sindaco di Dolianova): tutti disapprovano il nuovo assetto territoriale. "La riforma dell'Ente locale ha accentuato la crisi e favorito l'apertura di nuovi campanilismi", ha dichiarato Schirru.

LA DIFESA - Di parere diverso Giorgio Sanna, commissario della Provincia del Sud Sardegna, secondo cui il nuovo ente territoriale "apre una nuova stagione di opportunità da cogliere subito: non si sovrappone ai Comuni ma li supporta. La Sud Sardegna è un territorio inclusivo". Insieme alla Città Metropolitana e le Province l'altro soggetto amministrativo fondante della riforma sono le Unioni dei Comuni. "Ma non sono pronte dal punto di vista strutturale. La Città metropolitana assorbirà il grosso delle risorse e a noi resteranno le briciole", è convinto il sindaco Dolianova Piras.

L'EX ASSESSORE - Maninchedda è sembrato andare controcorrente. "Il problema non è come dividiamo la torta dei finanziamenti ma di come la facciamo crescere. Visto che la Regione vive quasi solo di tasse, occorre interrogarsi su come fare ricchezza, per fare un esempio, a Seulo o a Ussana", ha detto Maninchedda che ha accennato anche all'insularità: "Non è un problema: il problema è invece la penetrabilità, la connessione tra i Comuni che soffrono secoli di isolamento".

LA RICHIESTA - "San Sperate appartiene all'ambito territoriale dell'area metropolitana: noi pensiamo che sia opportuno riaprire le porte e permetterci di entrare, come hochiesto all'assessore degli Enti locali Cristiano Erriu", rivendica Enrico Collu, sindaco di San Sperate. Per Ussana, altro centro dell'area vasta escluso dalla Città metropolitana, parla la vicesindaca Manuela Sedda. "Siamo un paese di 4 mila abitanti e non potremmo avere mai il peso in un ente così grande: meglio puntare sull'Unione dei Comuni, e sulle nostre peculiarità".

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