Agiscono quasi sempre tra mezzanotte e le cinque. Difficilmente lasciano tracce della loro azione criminale.

Spesso gli incendiari operano per vendetta, magari per punire affronti o banali divergenze personali.

Altre volte i raid - tra Cagliari e hinterland più di uno al giorno, due le auto in media danneggiate - sono veri e propri avvertimenti, pesanti intimidazioni collegate all'attività lavorativa della vittima.

Chi distrugge le auto con il fuoco viene assoldato: difficile, così, per gli investigatori risalire al mandante o anche solo all'eventuale movente.

La loro azione il più delle volte provoca danni anche a proprietari di vetture completamente estranei, colpevoli solo di aver parcheggiato le loro vetture vicine a quelle delle persone finite nel mirino degli attentatori.

I NUMERI - Nel mese di giugno, fino a ieri, ci sono stati ben 31 interventi per incendi d'auto nel Cagliaritano.

Quasi la metà dei soccorsi effettuati dalle squadre dei vigili di fuoco, partite dalla caserma di viale Marconi e da quella del distaccamento porto, sono avvenuti in città.

Spesso il rogo ha danneggiato anche altre vetture, oltre a quelle al centro del raid: in cenere due auto al giorno. "Nel 70, 75 per cento degli episodi", fanno sapere dalla centrale operativa dei vigili, "non emergono elementi concreti che possano far dire di essere davanti a un incendio doloso".

Chi interviene subito dopo un rogo, solo davanti a tracce evidenti (una tanica di benzina, bottigliette di liquido infiammabile o inneschi ritrovati sul luogo del rogo), testimonianze o immagini delle telecamere dei sistemi di videosorveglianza conferma che si è trattato di un incendio doloso.

Scattano così la segnalazione alla Procura e le indagini delle forze dell'ordine.

POCHE TRACCE - Ma gli investigatori non credono al corto circuito notturno o a episodi di surriscaldamento guarda caso quasi sempre nelle prime cinque ore dopo la mezzanotte. Perché le bande del cerino agiscono velocemente e cercando di non lasciare alcuna traccia: rovesciano del liquido infiammabile sull'auto della vittima (soprattutto sul cofano del vano motore per farlo sembrare un fatto accidentale), con un accendino o un fiammifero fanno partire le fiamme per poi sparire nel nulla.

L'ASSICURAZIONE - Un'auto distrutta può diventare un problema enorme per chi viene colpito: senza vettura si hanno ripercussioni negative sul lavoro e c'è chi, in difficoltà economiche, rischia di non poter acquistare un altro mezzo.

Le assicurazioni coprono i danni da incendio solo se previsto dalla polizza stipulata e ovviamente pagando un premio aggiuntivo.

In caso di azione dolosa - che deve essere dimostrata e accertata - l'assicurazione non paga però le conseguenze su vetture di terzi o sugli edifici. Inevitabili le battaglie legali.

GLI ULTIMI EPISODI - L'ultimo episodio è avvenuto ieri, poco dopo le 2, in via Sulcitana a Elmas.

Un autocarro è andato distrutto in un incendio scoppiato proprio davanti a una palazzina.

Le fiamme hanno danneggiato la facciata di un'officina di un meccanico: il calore ha provocato anche danni a un'auto all'interno dell'attività.

I vigili del fuoco hanno spento il rogo evitando conseguenze ben più gravi.

Sull'incendio indagano i carabinieri della compagnia di Cagliari: il mezzo è di proprietà di un abitante di Elmas che aveva lasciato il camion al meccanico.

Pesante il raid messo a segno nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi: in via San Tommaso d'Aquino, a Pirri, tre le auto distrutte mentre a Su Planu è stata data alle fiamme una Mini Cooper parcheggiata sotto i pilotis di un palazzo in via Simon Mossa.

Matteo Vercelli

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