Christian Suriano ha 44 anni, tre figli di 16, 15 e 11 anni, ed è direttore della casa di riposo "Anni d’Oro" di Flumini di Quartu. Da febbraio combatte contro una delle forme di tumore più rare e resistenti alle cure ad oggi conosciute, "l’ACC nella sua forma solida, quella più aggressiva".

Un male da cui, lui stesso lo racconta a L'Unione Sarda, "non si può guarire", ma che non gli impedisce di sorridere alla vita e guardare al mondo con fiducia e serenità. Anche grazie al supporto di amici, conoscenti e altri malati con cui mantiene contatti quotidiani attraverso la sua pagina Facebook, che è un inno alla vita, all’amore, alla solidarietà e al rispetto, quello autentico e profondo.

Chiacchieriamo con lui mentre è alle prese con il suo lavoro al timone della casa di riposo, che nonostante le difficoltà legate alla malattia ha scelto di non abbandonare. "Stare con gli anziani della mia struttura è per me la prima e vera terapia. L’energia positiva e la forza che mi trasmettono sono indispensabili nel mio percorso".

Christian con il dottor Roberto Bruschini, allo IEO
Christian con il dottor Roberto Bruschini, allo IEO
Christian con il dottor Roberto Bruschini, allo IEO

LA MALATTIA - Christian ha scoperto di essere affetto da questa rara forma di tumore, che rappresenta lo 0,3% di quelle ad oggi diagnosticate, nel febbraio 2017.

"Vado a fare il controllo di ruotine dal dentista – ci spiega – che nota un rigonfiamento nel palato. Mi suggerisce una tac d’urgenza al Santissima Trinità di Cagliari, dove scoprono una formazione di circa 7 cm fra palato, occhio e naso. Si pensa inizialmente ad un polipo o a una cisti, ma l’esito dell’istologico è spietato: tumore ACC, nella sua forma più aggressiva".

I medici cagliaritani suggeriscono a Christian di rivolgersi allo IEO di Milano, struttura all’avanguardia in Italia nella cura delle forme più rare di carcinoma.

Inizia così il suo ormai incessante pellegrinaggio fra Cagliari e il capoluogo lombardo, dove viene preso in cura dal dottor Roberto Bruschini. E dove inizia le uniche terapie che, in una forma tumorale resistente alla radioterapia, possono essere portate avanti: il cosiddetto cyberknife. Alla fondazione CNAO di Pavia, dove viene successivamente indirizzato, si sottopone all’adroterapia: tecnica che tramite radiazioni va a rompere la catena del dna delle cellule tumorali.

Le cure di adroterapia
Le cure di adroterapia
Le cure di adroterapia

CURE ALL'AVANGUARDIA - "L’adroterapia è una specie di chirurgia tramite le radiazioni – spiega Christian – che creando una sorta di "ustione" interna va a necrotizzare i tessuti. Una pratica per cui esistono solo sei centri al mondo, e dobbiamo dunque essere fieri ed orgogliosi che ne esista uno proprio nel nostro Paese".

Le durissime cure cui Christian accetta di sottoporsi, e per cui deve avviare anche la terapia del dolore, e i continui spostamenti fra l’Isola e il Nord Italia, non gli tolgono il sorriso. È un combattente nato: "Sono figlio di un militare, e ho vissuto in caserma a Cagliari fino ai 16 anni di età. Non accetto di rassegnarmi né di guardare alla vita con negatività: il cancro è una malattia che si nutre delle cattive emozioni, poiché i neurotrasmettitori dello stress in forti dosaggi favoriscono lo sviluppo delle cellule tumorali".

Dopo un mese di cure alla Fondazione CNAO di Pavia
Dopo un mese di cure alla Fondazione CNAO di Pavia
Dopo un mese di cure alla Fondazione CNAO di Pavia

GLI AMICI - Fra le persone che accompagnano e sostengono Christian nella sua sfida alla malattia ci sono anche molti medici cagliaritani, fra cui, ci tiene a ricordare, la dottoressa Francesca Bruder, responsabile delle patologie rare all’Oncologico di Cagliari, la dottoressa Pistis, della medesima struttura, così come il dottor Sergio Mameli, responsabile della terapia del dolore. Ci sono poi le istituzioni, e in prima linea la Regione Sardegna "i cui funzionari – ci racconta – hanno mostrato una premura senza pari nel farmi avere in breve tempo tutte le opportune autorizzazioni per l’accesso alle cure". Ci sono poi, fra gli altri, i giocatori della squadra italiana di Rugby, venuti a conoscenza della malattia di Christian da un amico in comune, e che proprio in questi giorni, dall’Australia, stanno postando per lui sui social messaggi di incoraggiamento.

L'incoraggiamento dei giocatori della nazionale di rugby
L'incoraggiamento dei giocatori della nazionale di rugby
L'incoraggiamento dei giocatori della nazionale di rugby

ENERGIA POSITIVA - "Mi farebbe piacere – dice Christian – che la mia storia potesse essere di utilità e supporto ad altri malati nella mia condizione: perché a volte, come è stato per me, queste situazioni possono anche essere motivo per godere appieno delle bellezze e delle gioie che la vita ci offre. Perché la vita può prendere una piega inaspettata, come nel mio caso, nell’arco di due soli giorni. Ma ogni sfida può diventare rinascita: io non lascio più nulla in sospeso, chiudo ogni ciclo aperto e cerco di farlo al meglio. Quanto durerà questo stato non mi è dato di saperlo, ma io ci sono, e fino in fondo".

In pellegrinaggio da Padre Pio
In pellegrinaggio da Padre Pio
In pellegrinaggio da Padre Pio

Virginia Lodi
© Riproduzione riservata