Tutti i sensi in allerta. Tranne la vista. Benda sugli occhi, inizia il percorso di teatro sensoriale. Si parte col gustare piatti che richiamano storie d'amore e di mare, ambientate nel quartiere Marina, sempre a occhi chiusi. E, nel mentre, si vive il racconto, grazie alle parole sussurrate alle orecchie dei commensali dagli attori. A tavola, cinque giovani migranti arrivati in Sardegna da pochi mesi e altrettanti cittadini cagliaritani.

IL PROGETTO - È uno spettacolo originale, che punta all'inclusione e all'integrazione multiculturale quello andata in scena nella cucina dell'Italian chef cooking school. La scuola nel largo Carlo Felice, diretta da Gianluca Aresu e dallo chef Giuseppe Falanga, ha aperto le porte ai laboratori di "Vita nella città", un progetto vincitore del bando MigrAti del Mibact, e diretto da Asmed (associazione sarda musica e danza), in collaborazione con la cooperativa sociale il Sicomoro, ProMeSa, e la Caritas diocesana di Cagliari.

I LABORATORI - Anche per gli chef è stata un'esperienza nuova: sono entusiasti. L'obiettivo è raccontare la città a tutti coloro che la abitano, farli sentire partecipi, qualsiasi sia la nazionalità di provenienza. La parola chiave è inclusione. I ragazzi del Bangladesh e Camerun, accanto ai concittadini, hanno preso parte a uno dei quattro percorsi del laboratorio sensoriale: quello del gusto. Il meno affollato (rispetto al laboratorio dell'udito, del tatto e dell'olfatto) per via del Ramadan.
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