I turni eccessivi possono uccidere, e uccidono.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, secondo cui la Asp (l'Azienda sanitaria provinciale) di Enna sarebbe responsabile del decesso di un dipendente dell'ospedale di Nicosia, Giuseppe Ruberto, morto a trent'anni per "superlavoro".

Gli eredi saranno dunque risarciti.

L'uomo, un tecnico radiologo, era sottoposto a orari massacranti, sostiene l'avvocato della famiglia. Basti pensare che, in sette anni, lui e i suoi tre colleghi hanno effettuato più di 145mila esami.

Teoricamente non si era mai lamentato delle sue condizioni. Ma questo, per i giudici, non toglie al datore di lavoro la responsabilità di garantire ai dipendenti il giusto carico di attività.

La stessa Asp, in passato, era stata condannata a risarcire per migliaia di euro tre chirurghi, per averli costretti al triplo delle ore di reperibilità.

(Redazione Online/D)
© Riproduzione riservata