La Cassazione si era pronunciata il 6 ottobre del 2016. I giudici della Suprema Corte avevano respinto i ricorsi sulla misura cautelare che portava Alberto Cubeddu in carcere perché sospettato di essere l'autore degli omicidi (in concorso con suo cugino Paolo Enrico Pinna) dello studente di Orune Gianluca Monni e di Stefano Masala di Nule.

Ora sono state depositate le motivazioni di quella sentenza, che aveva respinto le argomentazioni dei legali del giovane, gli avvocati Patrizio Rovelli e Mattia Doneddu, i quali intendevano ricusare il gip Mauro Pusceddu che aveva firmato l'ordinanza di arresto.

Per i difensori il provvedimento era caratterizzato da "mancanza, illogicità e contraddittorietà della motivazione risultante dall'intero contesto degli atti delle indagini preliminari, con particolare riferimento alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza".

Di parere diverso i giudici della Cassazione. "La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'indagato che aveva adito per saltum la Corte di Cassazione, lamentando illogicità e incompletezza della motivazione del provvedimento cautelare impositivo del divieto di espatrio e omessa valutazione dei dati, asseritamente a lui favorevoli", si legge nelle sette pagine delle motivazioni.

Inoltre, proseguendo su un altro passaggio fondamentale: "Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Nuoro ha analizzato le risultanze disponibili ed è pervenuto, senza incorrere in alcun errore di diritto, all'affermazione della sussistenza sia di gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati ipotizzati, sia di esigenze cautelari. Non si può ravvisare, pertanto, carenza di motivazione". Le censure insomma sono tutte ritenute inammissibili.
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