Per quattro mesi hanno vissuto senza energia elettrica, con la sola luce delle candele donate dalla parrocchia a illuminare la loro casa. Non possiedono i soldi per pagare l'affitto e vivono alla giornata. Ma per il comune non hanno diritto ai fondi dell'estrema povertà.

LA VICENDA - La storia dei coniugi Alessandra Farigu, 34 anni, Gemiliano Cocco (37) e dei loro due figli di 16 e 10 anni ha dell'incredibile: non possono godere dei sussidi che la Regione mette a disposizione per le famiglie indigenti, perché gli uffici municipali hanno commesso errori nella predisposizione del bando.

Una beffa che colpisce decine di famiglie di Capoterra, tagliate fuori dalla graduatoria per una errata interpretazione delle norma da parte dell'Ufficio dei Servizi sociali. "Quando mi hanno chiamata dal Municipio per dirmi che non potevamo avere il sussidio ho pensato ad un errore, perché abbiamo sempre beneficiato di questi contributi", racconta Alessandra Farigu.

"Negli uffici mi hanno spiegato che la nostra famiglia non rientrava in graduatoria perché io non risultavo disoccupata. In realtà fino a pochi giorni fa, perché nel frattempo è morta, pulivo la casa di una donna per un'ora alla settimana: ero assicurata, ma all'anno guadagnavo 1.100 euro lordi. Mio marito è disoccupato, per portare qualche soldo a casa raccoglie ferro vecchio e plastica, ma riusciamo ad andare avanti solo perché qualcuno ogni tanto ci aiuta. Da novembre non riusciamo più a pagare l'affitto di casa, e a breve ci arriverà la lettera di sfratto: se ci mandano via di qui non troveremo ospitalità da nessuna parte".

Non ci vuole molto a capire che in una famiglia in cui marito e moglie faticano a raggranellare poche decine di euro al mese, e gli aiuti della parrocchia o di qualche parente consentono di mettere insieme il pranzo con la cena per i loro due figli, quel contributo economico rappresentava un'ancora di salvezza.

LA RINUNCIA - "In comune mi hanno detto di presentare la rinuncia per i contributi perché non mi spettavano e che rischiavo una denuncia", racconta Farigu.

"Ho avuto paura, così ho seguito il loro consiglio. Per noi, che abbiamo vissuto a lungo senza corrente elettrica, e non avevamo neppure i soldi per comprare le candele, quei 400 euro mensili sarebbero di vitale importanza. Ho dovuto impegnare la mia fede, ma non è bastato: tra pochi giorni non avremo più un tetto sotto il quale vivere".

Ivan Murgana

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