La procura di Torino sta indagando su un possibile caso di Blue whale, il gioco sui social finalizzato a indurre gli adolescenti al suicidio.

Ieri mattina Giorgia (nome di fantasia), che frequenta una scuola superiore di Moncalieri (Torino), si è presentata in classe con un taglio molto visibile sulle labbra e altri sull'avambraccio, coperti da una maglia a maniche lunghe.

I suoi compagni hanno avvisato la professoressa, e il vicepreside ha subito allertato i carabinieri e gli assistenti sociali.

La ragazza, in un momento di grave disagio familiare, vive con i nonni.

Portata in caserma, ha negato tutto. Ma è proprio questa una delle tante regole del Blue whale: negare, anche di fronte all'evidenza.

La forma dei tagli, refertati all'ospedale Regina Margherita, richiamerebbe l'immagine di una balena.

Pare anche che l'adolescente avesse postato l'incisione su Instagram, raccontano gli amici, per poi rimuoverla: anche postare le ferite fa parte delle regole del "gioco".

Ieri pomeriggio i carabinieri hanno raggiunto la sua abitazione dove hanno sequestrato il pc e lo smartphone della ragazza, sul quale ci sarebbero tracce del passaggio su siti che parlano del folle rituale suicida.

A coordinare le indagini, secondo quanto riporta La Stampa, è la procura di Torino, e pare che la pista del "Blue whale" al momento sia quella più accreditata.

Il "Blue whale", di cui abbiamo parlato qualche giorno fa, è quel folle rituale suicida che, seguendo delle regole precise da rispettare giorno per giorno, si chiude con il suicidio della vittima che si lancia nel vuoto da un palazzo altissimo.

In Russia, Paese in cui è nato e si è diffuso a macchia d'olio, sarebbero oltre 150 le vittime del "gioco".

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