Si è concluso nel carcere milanese di San Vittore l'interrogatorio davanti al gip del 20enne Ismail Tommaso Hosni, il ragazzo che giovedì scorso ha ferito a coltellate due militari e un agente durante un controllo alla stazione centrale del capoluogo lombardo.

Il giudice Manuela Scudieri era chiamato a decidere sulla convalida dell'arresto e la misura cautelare in carcere per tentato omicidio.

Il 20enne ha detto, riguardo ai coltelli da cucina che gli agenti gli hanno trovato addosso, di averli sottratti in un market per difesa personale, dopo un'aggressione subita tempo prima.

"Ho rubato quei due coltelli perché in stazione c'erano delle persone che volevano farmi del male, per difendermi".

Ha poi aggiunto, confermando di aver assunto cocaina quel giorno: "Ricordo che ero in stazione ma non ricordo nulla dell'aggressione, quando mi sono svegliato avevo il sangue sulle mani".

L'avvocato di Hosni, che ha anche affermato di aver fatto istanza al gip di perizia psichiatrica sul giovane, ha spiegato che durante l'interrogatorio - durato circa un'ora e mezza - non sono state fatte domande o accenni all'ipotesi di terrorismo internazionale, altra accusa che pende sulla testa del 20enne.

Intanto gli inquirenti continuano a indagare sul suo profilo Facebook, che prima di essere oscurato, mostrava video e scritte inneggianti all'Isis.

Uno in particolare, postato lo scorso 24 settembre, sotto cui aveva commentato: "Il più bell'inno dell'Isis che abbia mai sentito in vita mia".

Gli investigatori della Digos si stanno concentrando sulle sue frequentazioni e, in particolare, su un libico che potrebbe averlo aiutato a radicalizzarsi.

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