Da Iglesias alle pagine del New York Times, ecco la parabola di successo di Giorgio Spanu, quello che potremmo definire un mecenate dell'arte.

L'autorevole quotidiano newyorchese ripropone sulle sue pagine la parabola di questo emigrato sardo, riuscito ad affermarsi oltreoceano.

Nato nel comune del Sud Sardegna, Spanu ha studiato a Cagliari, Oristano e Pisa, prima di trasferirsi a Parigi e quindi a New York, dove ha conosciuto la sua attuale moglie e socia in affari, Nancy Olnick.

I due sono entrambi grandi appassionati di arte, e lui le ha inculcato l'amore per l'arte italiana.

Hanno cominciato con i vetri di Murano, poi la pop art e, a partire dagli anni '90, hanno scoperto la loro grande passione.

È l'arte povera, quel movimento artistico nato in Italia negli anni '60, che utilizza oggetti quotidiani e materiali naturali, o, appunto, poveri: rocce, sporcizia, rami, tabacco.

Inizialmente - raccontano al Nyt - i due acquistavano oggetti e opere per abbellire la loro casa, finché non si sono accorti di aver accumulato troppa roba: oltre 400 pezzi.

Avevano assolutamente bisogno di una location per mettere in mostra la loro ricchissima collezione. E ora eccola: aprirà i battenti il prossimo 28 giugno "Magazzino", uno spazio espositivo autofinanziato disponibile su appuntamento a Cold Spring.

Lì davanti ci sarà anche la bandiera italiana: "Mi hanno detto che sto creando qui l'ambasciata dell'arte italiana", ha voluto sottolineare sulle pagine del quotidiano newyorkese Spanu.
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