Maxi sequestro al porto di La Spezia di finti mangimi: oltre 9mila tonnellate di proteine animali, illecitamente dichiarate a norma ma dalle quali è invece emerso un contenuto di Dna animale, sono state individuate nel corso di un'operazione della Dogana e dei carabinieri del Nas di Genova.

A capo di questi ultimi, il capitano Gian Mario Carta, origini a Thiesi (Sassari), alla guida del Nucleo antisofisticazioni del capoluogo ligure da otto anni e mezzo.

Cos'avete scoperto nel corso dell'operazione?

"All'interno dei 524 container, pronti per essere spediti verso diversi Paesi come Vietnam, Filippine, Thailandia, abbiamo trovato 13mila tonnellate di proteine animali trasformate che sui documenti risultavano invece come mangimi complementari".

Invece?

"In realtà contenevano, come risultato dagli esami condotti in laboratorio, tracce di Dna di ruminanti".

Quali conseguenze avrebbero prodotto?

"Altissimi rischi nel caso in cui fossero stati immessi nella catena alimentare: infatti l'Unione europea ha emesso un divieto assoluto di esportazione di P.A.T., ossia proteine alimentari trasformate. Il blitz ha permesso di sventare un potenziale pericolo per la salute pubblica internazionale".

In cosa consisteva la frode?

"In teoria il materiale arrivato dalla Spagna doveva essere modificato in Emilia Romagna, ma questo non accadeva e lo abbiamo accertato con sopralluoghi nelle aziende che dovevano occuparsene: non avevano neanche l'attrezzatura idonea. E attraverso intercettazioni abbiamo scoperto che le persone coinvolte, nove quelle denunciate, erano totalmente consapevoli di quello che stavano facendo".

Cosa c'era nei container?

"Delle big bag che ci hanno fatto nascere subito il sospetto, sia per forma sia per dimensioni, e abbiamo fatto controlli approfonditi. Se immesso sul mercato il materiale sequestrato avrebbe fruttato un controvalore di 6milioni e 500mila euro".

Quali le accuse a carico dei denunciati?

"Falso in atto pubblico, induzione a falso e frode nell'esercizio del commercio".
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