Continua a non piovere sull'Isola dove da metà febbraio, dopo una prima parte d'inverno particolarmente perturbata, predominano strutture anticicloniche prima dalle caratteristiche sub tropicale, accompagnate da temperature molto elevate, umidità e polveri desertiche, poi oceaniche (alta pressione delle Azzorre), caratterizzate da venti più sostenuti che accentuano l'evaporazione.

Maggio finora ha portato accumuli pluviometrici miseri, ovunque compresi tra 0 millimetri e 5 millimetri, e non proporrà alcun cambiamento significativo almeno fino all'ultima decade del mese.

Va progressivamente assottigliandosi l'approvvigionamento idrico nei bacini artificiali dei quali abbiamo disponibile un dettagliato report realizzato sul finire di aprile.

La situazione peggiore si registra nel sistema del Sulcis Iglesiente dove gli indicatori di stato oscillano tra l'allerta e l'emergenza. Qui il volume invasato non va oltre il 45,62%. Seguono i bacini della Sardegna nord occidentale (Coghinas, Mannu, Temo) con un volume totale invasato che ammonta al 68,55%. In questo settore di analisi lo stato di siccità va aggravandosi verso ovest: il Bidighinzu ha invasato solo il 23,94% del suo totale, Monte Leone Roccadoria il 33,2% e il Cuga il 36,26%.

Stato di allerta anche per il Sistema dell'Alto Taloro, Alto Coghinas, Posada, Cedrino. Pre allerta per il Sistema Ogliastra, Tirso e Flumendosa mentre persiste ancora uno stato di normalità nel Sistema della Gallura dove il Calamaiu (Liscia) ha invasato il 77,03% delle risorse complessive. Esaminando nel complesso la Sardegna l'indicatore di stato indica un livello di pre allerta ormai prossimo, in virtù delle allarmanti tendenze proposte dai modelli previsionali a lungo termine, all'allerta.
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