Una decisione a sorpresa, annunciata con un comunicato della Casa Bianca: il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha licenziato il direttore dell'Fbi, James Comey. A confermare la notizia è anche il suo portavoce, Sean Spicer.

Secondo fonti vicine al numero uno di Washington, il motivo risiederebbe nella necessità di "ricostruire la fiducia nella più importante agenzia di sicurezza" del Paese, l'Fbi appunto.

"Non stava lavorando bene", ha detto Trump, che ha poi promesso un nuovo inizio per il Federeal Bureau e "l'immediata" nomina del nuovo direttore.

Comey stava indagando sulle possibili relazioni tra il comitato elettorale di Trump e il Cremlino. Secondo il New york Times proprio recentemente aveva chiesto più fondi per l'inchiesta sul Russiagate, cosa però smentita dalla Casa Bianca.

PROTESTANO ANCHE I REPUBBLICANI - La decisione improvvisa ha subito provocato un'ondata di proteste al Congresso, anche da parte di alcuni repubblicani. A cominciare da Richard Burr, il presidente della commissione Intelligence, che sta indagando sul Russiagate, e che si è detto "preoccupato dalla tempistica e dalle motivazioni del licenziamento" che, ha ammesso, "confonde ulteriormente la già difficile inchiesta della commissione".

A lui si aggiungono anche John McCain, presidente della commissione Forze Armate, e Bob Corker, presidente della commissione Esteri, che hanno sposato la richiesta della minoranza democratica di nominare un procuratore indipendente per il Russiagate.

L'INCONTRO CON LAVROV - Intanto oggi The Donald ha ricevuto alla Casa Bianca il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, per il suo primo faccia a faccia con un alto esponente del Cremlino (l'ultima volta - il 2 maggio - ha sentito il presidente Vladimir Putin al telefono).

L'incontro, avvenuto a porte chiuse, resta top secret.

I temi sul tavolo sono la lotta al terrorismo e la gestione della crisi siriana.

"Il presidente Trump - si legge in un comunicato della Casa Bianca - ha sottolineato la necessità di porre fine al conflitto in Siria, rimarcando la necessità che la Russia tenga a freno il regime di Assad e l'Iran".

Un'incontro molto buono", è invece il commento del presidente.

"Le relazioni tra Russia e Stati Uniti, sotto la presidenza di Donald Trump, sono libere dall'ideologia ed entrambi i governi sono aperti a negoziare e a collaborare su questione come il conflitto siriano", ha detto il ministro degli Esteri russo.

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