Da punti di riferimento per i sardi sparsi nel mondo a rappresentanti delle eccellenze isolane. Il circolo Sant'Efisio di Torino è nato nel 1979: "A quei tempi era un vero e proprio rifugio per gli emigrati, che a volte non sapevano dove andare. Col passare del tempo, è diventato sempre meno un punto di ritrovo comune, ed si è trasformato in un'ambasciata di Sardegna", dice il presidente Mario Sechi.

E in una regione che fa del turismo una delle sue speranze di sviluppo, avere una rete di promotori distribuita nei quattro angoli del globo è un'occasione da sfruttare.

IL PROGETTO - Non è un caso che il piano per l'emigrazione abbia stanziato quasi 200mila euro fino al 2019, destinati a finanziare i progetti dei circoli per la promozione turistica dell'Isola: "Uno degli obiettivi è quello di spiegare che la Sardegna è attraente tutto l'anno e che ci sono alternative alle vacanze al mare. Ecco perché nelle nostre associazioni organizziamo appuntamenti legati alla cultura e alle tradizioni", racconta Serafina Mascia, presidente della Fasi, sigla che riunisce 70 circoli in Italia.

I SARDI NEL MONDO - Le ambasciate sarde distribuite in decine di Paesi al mondo sono circa 300, ma di queste sono 120 quelle riconosciute (dopo una scrematura legata a statuto, organizzazione e numero di iscritti) dalla Regione, che insieme alla consulta per l'emigrazione ha cucito il nuovo piano di sostegno alle attività dei sardi che vivono lontano dall'Isola.

Ai circoli e ai loro progetti sono destinati 2 milioni di euro all'anno (cifra che negli ultimi tempi ha subito un taglio consistente, comune però a tanti altri finanziamenti regionali), e la novità è che per la prima volta gli emigrati potranno contare su una programmazione triennale: "Oltre al sostegno economico per il funzionamento dei circoli, dedicheremo una parte importante dei fondi ai progetti specifici di promozione", spiega l'assessore al Lavoro Virginia Mura.

Uno spot diffuso per l'Isola. Senza eccedere: "In passato si voleva trasformare le associazioni in botteghe di vendita dei prodotti sardi: non è quello che vogliamo noi", precisa l'esponente della Giunta Pigliaru.

Questo non vuol dire che l'enogastronomia dell'Isola sia snobbata, anzi: "Il progetto Sarda Tellus permette di portare in giro nel territorio italiano le nostre eccellenze agroalimentari. Si organizzano mostre e degustazioni di formaggi, si promuovono le produzioni isolane".

LE ASSOCIAZIONI - La platea non è composta solo da isolani nostalgici o da figli di emigrati partiti negli anni '60 e '70 in cerca di fortuna nel nord Italia: "Il 40 per cento degli iscritti nel nostro circolo non è composto da sardi", spiega Mario Sechi, "e grazie alla nostra divulgazione riusciamo a orientare le scelte di tante persone, non solo per quel che riguarda le vacanze. È un'attività che in altri contesti si chiama marketing territoriale".

LA CUCINA SARDA - A fine aprile la Fasi ha partecipato - grazie alla collaborazione dell'agenzia Laore - alla manifestazione "Formaggio in villa" una vetrina per i prodotti caseari e i salumi di qualità organizzata vicino a Venezia.

Invece a Gattinara, ottomila anime tra Piemonte e Lombardia, da poco il circolo locale ha programmato un corso per insegnare agli iscritti e ai simpatizzanti come si chiudono i culurgiones. "Promuoviamo i prodotti della Sardegna, che si tratti di artigianato, cultura o enogastronomia. La cucina è però l'elemento che ha più appeal, tutti sono interessati", dice Maurizio Sechi, presidente dell'associazione Cuncordu e uno degli animatori del progetto Sarda Tellus, dedicato alla promozione dei prodotti sardi.

"Abbiamo partecipato ad alcune campagne per far conoscere l'agnello Igp e i carciofi spinosi, insegnando a molti come utilizzarli. Ad esempio: qui quasi tutti sono abituati a buttare i gambi dei carciofi", sorride Sechi, "mentre abbiamo dimostrato insieme a chef ed esperti che si possono mangiare e utilizzare in tante ricette".

Michele Ruffi
© Riproduzione riservata