Dalla maxi inchiesta con dieci persone chiamate a rispondere, a vario titolo, della rapina all'armeria di Capo Bellavista ad Arbatax (settembre 2004), di traffico di droga, della detenzione di mitragliatori ed esplosivo, di quattro delitti e due tentati omicidi commessi in Ogliastra tra il 2000 e il 2006, potrebbe arrivare la soluzione di un altro assassinio irrisolto: quello di Ottavio Podda, ucciso a 63 anni il 14 novembre 2002 sulla strada asfaltata che collega Monte Tarè a Loceri.

IL FUCILE Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Nuoro coordinati dal pubblico ministero Danilo Tronci della Dda di Cagliari hanno messo in luce un elemento fortissimo: risulta che l'arma usata per far fuori il pensionato fosse una delle due utilizzate il 3 dicembre 2004 per freddare Nino Ferrai e la moglie Mariangela Bangoni, massacrati da una scarica di pallettoni a ridosso dell'aeroporto di Tortolì per impedire che scoprissero quale fine avesse fatto il figlio Marco, 25 anni, scomparso la sera stessa del blitz messo a segno da un gruppo di banditi a Capo Bellavista. I due avevano puntato il dito su Cesare Balzano, 48 anni, di Arzana, passato a prelevare il ragazzo a casa quel giorno per andare in un bar. «L'hanno preso in tranello e ammazzato», aveva detto il padre, che più volte aveva discusso col 48enne in modo acceso.

L'OMICIDIO FERRAI Conclusa l'inchiesta, portata avanti anche grazie alle intercettazioni, ora proprio Balzano deve rispondere dell'omicidio Ferrai-Bangoni assieme al presunto complice Luigi Piras (45 anni, di Arzana). In base all'ipotesi investigativa, Marco Ferrai aveva partecipato al furto di 12 mitragliatori AR 70/90 e uno SC 70/90 più munizioni e altro materiale dall'armeria di Arbatax, dove si trovava un distaccamento del Poligono interforze del Salto di Quirra divenuto anche base operativa dei contingenti del reggimento corazzato di Teulada e del 151° e 152° reggimento della Brigata Sassari. Il ragazzo lavorava, non aveva patente, viveva col padre (pensionato e allevatore di pecore) e con la madre (casalinga), la quale all'insaputa del marito gli dava 25 euro al giorno per uscire. Ma lui, così hanno ricostruito i militari, al videopoker spendeva molti più soldi. Per il pm sarebbe stato fatto fuori dai suoi complici. Dopo la denuncia di scomparsa erano cominciate le ricerche. Il 23 settembre il suo cellulare impegnava il ripetitore di Bruncu Avane ad Arzana, poi dal 25 aveva smesso di ricevere. Forse la batteria si era scaricata. Per giorni le squadriglie dei carabinieri avevano perlustrato il territorio tra Arzana, Villagrande Strisaili, Talana, Baunei e Girasole, la zona di Birdesu e le rive del lago Santa Lucia. Nessun risultato.

IL DELITTO PODDA Adesso militari e inquirenti chiederanno conto a Balzano e a Piras del delitto dei coniugi, di quel fucile e dell'omicidio Podda. L'ex emigrato di Loceri era stato ammazzato intorno alle 17,30 del 13 novembre 2002 dopo aver lavorato per tutto il pomeriggio assieme alla moglie Lisetta Lotto nell'uliveto di famiglia. La donna era rientrata a casa prima del marito, trattenutosi qualche minuto in più. Partito quando ancora sulla vallata di Sa Pruna non era calato il buio, l'uomo aveva imboccato la strada che collega Monte Tarè al paese e qui era scattata la trappola. Il killer, nascosto in una cunetta sotto un cisto, aveva esploso cinque fucilate. I pallettoni avevano infranto il parabrezza della Fiat Uno e raggiunto Podda al capo, al volto, al torace e al braccio destro. Il pensionato si era accasciato sul sedile del passeggero lasciando l'auto ferma al centro della carreggiata col motore spento, il quadro acceso e la marcia innestata. Poco dopo la moglie, preoccupata per il ritardo del marito, aveva invertito la marcia per tornare a Sa Pruna ma era stata bloccata da un compaesano che aveva già scoperto il cadavere del pensionato.

PIRODDI Gli inquirenti allora avevano legato questo delitto a quello dell'agricoltore Pinuccio Piroddi, ucciso a 52 anni nel giugno precedente tra i filari del suo vigneto sulla strada consortile che dal paese conduce alla marina di Cea. Podda era stato ucciso a 150 metri dalla casa di Piroddi e nelle ore seguenti all'omicidio erano stati interrogati alcuni parenti di quest'ultimo. Nulla era emerso. Ora qualcosa potrebbe cambiare.

Andrea Manunza

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