Si chiama Dilet ed è venuta al mondo nella notte tra venerdì e sabato grazie a una mamma fortissima che, per offrirle un futuro carico di speranza, non ha esitato a rischiare la vita in un lunghissimo viaggio dall'Eritrea all'Italia.

IL PARTO - Si chiama Abrhet Mherteab, ha 31 anni e, dal 28 aprile, è ricoverata nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell'ospedale Cto di Iglesias, guidato dal primario Enea Atzori.

È circondata dall'affetto di tutto il personale da quando, con un ambulanza del 118, ha lasciato il centro di accoglienza migranti dell'ex hotel Antas di Fluminimaggiore per mettere al mondo la sua bambina.

"Quando è arrivata nessuno comprendeva la sua lingua - racconta l'ostetrica Valeria Atzei - così abbiamo chiesto l'aiuto della mediatrice culturale Genet Keflay che è accorsa in ospedale e ha aiutato Abrhet a comunicare con la ginecologa Loriana Masili e l'ostetrica Patrizia Palmas in tutte le fasi del parto".

Alle 23.21 il primo vagito: Dilet, che pesa 3 chili e 40 grammi ha fatto sentire la sua voce per la prima volta nella commozione generale. "Abrhet non ha nessuno in Italia - racconta Genet - ma mi ha detto che si è sentita protetta dal nostro affetto e questo le ha permesso di riacquistare la fiducia nell'umanità che aveva perso lungo il terribile viaggio che l'ha condotta in Italia e da dove spera di raggiungere i suoi parenti in Svizzera".

IL VIAGGIO - In Sardegna è arrivata il 23 marzo, con la nave Siem Pilot insieme a altri 900 migranti: "La mia famiglia è povera e in Svizzera ho un cugino che poteva accoglierci - ha raccontato col supporto di Genet - ho un altro figlio di 4 anni che per ora è rimasto a casa. Il viaggio, per il quale ho pagato cinquemila dollari, è stato terribile: è durato sei mesi, nel deserto sono stata venduta da un trafficante di uomini a un altro e quando siamo arrivati sulla costa libica ci hanno fatto salire su un gommone in pessime condizioni. Eravamo in 76, come noi sono partite altre centinaia di persone che non sono mai arrivate perché i loro gommoni sono affondati, ci siamo sentiti impotenti. Sono morti tutti, noi siamo stati fortunati perché una nave è venuta in nostro soccorso".

Giunta in Sardegna è stata destinata all'hotel Antas di Fluminimaggiore dove attualmente ci sono 320 migranti e dove tornerà non appena sarà dimessa in attesa di sapere come e quando potrà raggiungere la famiglia in Svizzera.

"Spero vada tutto bene - dice mentre abbraccia Dilet - lo spero davvero». Il grande cuore dei sardi certamente non la deluderà nemmeno al suo ritorno al centro: «Non posso permettermi di comprare nulla né per me né per Dilet", ha spiegato. Chi può darle una mano, con vestiti e prodotti per l'infanzia, permetterà a lei e un giorno alla piccola Dilet di avere ancora fiducia nell'umanità.
© Riproduzione riservata