Finisce sul tavolo del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) il caso del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, titolare di un fascicolo sulle attività in mare delle ong che soccorrono i migranti.

Il magistrato da giorni rilascia dichiarazioni e fa conferenze stampa per parlare di presunte collusioni tra gli operatori umanitari e i trafficanti di uomini, e ieri ha detto che "forse" le ong sono finanziate dagli scafisti. Ha "maturato delle certezze", dice, ma "non ha prove utilizzabili", e non fa i nomi delle ong coinvolte.

"Sottoporrò il caso all'esame del comitato di presidenza del Csm alla prima seduta utile, fissata per il 3 maggio", ha detto il presidente del Csm Giovanni Legnini.

Aggiungendo: "Fermo restando che spetta al ministro della Giustizia e al procuratore generale della Cassazione valutare se esistono o meno i presupposti per l'esercizio dell'azione disciplinare".

Il deputato grillino Luigi Di Maio, che è stato il primo a cavalcare le accuse del procuratore, seguito a ruota dalla Lega Nord e dai partiti di destra, esprime la sua solidarietà a Zuccaro su Twitter: "Va sostenuto, non isolato e sottoposto a provvedimento disciplinare del Csm".

Gli fa eco il collega Alessandro Di Battista: "In Italia chi prova a fare chiarezza finisce sotto accusa".

E Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, parla di "inaccettabile intimidazione".

Più cauto il governo, con il ministro della Giustizia Andrea Orlando che sottolinea la necessità "di punire, oltre che denunciare" e allerta sul rischio che "generalizzando si faccia di tutta l'erba un fascio".

Anche il ministro degli Interni Marco Minniti ha invitato a effettuare una "rigorosa valutazione degli atti" e a "evitare generalizzazioni e conclusioni affrettate".

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