"Non si può sopravvivere alla morte di un figlio". Floriana Dessì parla con un filo di voce e scuote la testa davanti al corpo del figlio Marcello, il giovane di Monserrato rimasto ucciso nell'incidente stradale di martedì nel Lungosaline di Cagliari (oggi alle 15 i funerali nella parrocchia del Redentore a Monserrato). "Era il secondogenito, con lui se ne va una persona altruista, che voleva il bene degli altri ed era sempre disponibile per chiunque avesse bisogno di lui". È composta, malgrado il dolore lacerante. Tace per qualche secondo, abbassa gli occhi e poi, quasi per scusarsi: "Non è possibile raccontare il proprio figlio con qualche frase, trasmettere la sua personalità aperta agli altri: per tutti lui c'era sempre, era un punto di riferimento per tante persone e lascia un vuoto enorme, non soltanto nella nostra famiglia. Ma ora scusatemi, non ce la faccio: non fatemi più parlare". Le lacrime, le ha semplicemente finite il giorno prima, quando è giunta quella telefonata cui al solo pensiero ogni genitore si terrorizza: "Suo figlio ha avuto un incidente, purtroppo non è sopravvissuto". E nel giro di pochi secondi tutto cambia, perché tutto crolla.

LA COMMOZIONE - Titolare assieme al marito - la coppia abita a Monserrato - di una parafarmacia a Sinnai, Floriana Dessì riesce a non crollare mentre alcuni familiari e amiche parlano con lei, cercano di confortarla almeno un po' davanti all'ingresso della camera ardente del cimitero di San Michele. Non scantona dalla propria compostezza nemmeno quando un giovane, molto probabilmente un familiare, si abbandona alla disperazione e quasi gli cedono le ginocchia durante un pianto inconsolabile, dirotto. È proprio Floriana Dessì, cioè la persona che più di tutte ha bisogno di conforto, a consolare quel giovane, a sussurrargli di tenere duro anche se bisogna convincersi che Marcello Dessì non tornerà mai più.

IL PADRE - Dopo l'ora di pranzo, davanti alle camere mortuarie all'ingresso del cimitero comunale di San Michele, le dà il cambio il marito, Gianfranco Dessì: un'altra immagine di grande compostezza davanti a un dolore impossibile da sopportare. "Parlare di Marcello? No, e non per una questione di riservatezza. È che proprio non me la sento, non ci riesco". Poi si apparta in un angolo, assieme a due amici, e parlano ancora della tragedia che si è consumata nel giorno festivo nel Lungosaline di Cagliari, quando l'auto condotta dal figlio ha abbattuto un lampione e si è rovesciata nella carreggiata opposta.

GLI AMICI - Moltissimi giovani, per la gran parte sconfitti dalla commozione, rimangono davanti alle camere ardenti, non lasciano soli i genitori. Ma non parlano, nemmeno se la sentono di ricordare Marcello Dessì da vivo, con la sua allegria, con quella voglia di conoscere che l'aveva condotto in Australia, Vietnam e Guatemala, tra gli altri posti.

TRAGEDIE DELLA STRADA - Quella del giovane monserratino non è l'unica camera ardente utilizzata. In quella accanto c'è il corpo di Maria Pala, la donna di 82 anni travolta e uccisa, il giorno precedente, davanti alla sua casa in via Is Guadazzonis. I due corpi sono i testimoni, ormai incapaci di racconto, di un ponte festivo tragico nel capoluogo sardo, con due vittime in altrettante disgrazie. Davanti alle camere ardenti i figli di Maria Pala, Marcello e Peppino, attendono che l'impresa funebre venga a sigillare la bara della madre per poi accompagnarla a Luras, dove sarà sepolta. Si ritrovano circondati da tante persone, di ogni età, venute a piangere un'altra vittima della strada di questo ponte festivo maledetto. I due dolori si sfiorano, viaggiano paralleli sullo stesso piazzale, ma senza mai toccarsi.

IL DOLORE - Quel che colpisce - com'è naturale quando muore un giovane soprattutto se in circostanze tragiche -, è la quantità di ragazze e ragazzi che si abbracciano, si disperano, vagano senza meta alla ricerca di un perché. Ci sono gli amici di Marcello Dessì, i suoi colleghi dell'autonoleggio in cui lavorava all'aerostazione di Elmas: tanto per rimanere vicino all'ambiente che più amava, cioè quello dei viaggi attraverso i quali - dopo la laurea in Tossicologia - aveva conosciuto realtà diverse e lontane. Ora, per l'ultimo dei suoi viaggi, ad accompagnarlo sarà un corteo di persone che lo amavano.

Luigi Almiento

Il servizio del Tg di Videolina:

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